Davide Bonusi
Davide Bonusi
Amo la natura e la vita all'aria aperta. Quando posso vado in montagna, seguo un sentiero e cammino fino a quando sono stanco. Qualche volta mi perdo, molto spesso mi ritrovo.

Punta di Ercavallo e Lago di Ercavallo da Case di Viso

Punta di Ercavallo e Lago di Ercavallo da Case di Viso

Eccomi per la prima volta a superare la soglia dei 3000m con un'escursione mediamente impegnativa nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio.

Difficoltà escursionistica: T3
Vette raggiunte: Punta di Ercavallo (3068 m)
Dislivello salita: 1540 m
Lunghezza percorso: 23.24 Km

Descrizione dell’escursione

Per la prima volta mi trovo davvero in difficoltà a scrivere una relazione: riassumere un’esperienza così ricca di novità, emozioni e spunti tecnici non è semplice, specialmente per chi prova per la montagna un sentimento d’amore puro e incondizionato. Proverò a farlo evidenziando soprattutto gli elementi utili per il lettore che si trova su questa pagina perché desidera visitare questi luoghi. Si tratta di un’escursione di media difficoltà che richiede un buon allenamento in quanto il dislivello è ragguardevole (oltre 1500m di ascesa). Il percorso proposto inoltre si svolge in parte su sentiero non segnato e ciò richiede una buona capacità di orientamento e una certa tenacia per risalire faticosamente un canalone detritico.

Affronterò quest’esperienza in compagnia del gruppo escursionistico Ragli di Brescia suddividendolo in due tappe: saliremo al rifugio nel tardo pomeriggio di venerdì per poi raggiungere la vetta e completare il percorso ad anello nella giornata di sabato. Le condizioni meteo non sono quelle ideali ma decidiamo comunque di partire affidandoci a quella fortuna che molto spesso aiuta chi si mette in gioco. Dopo una breve visita al Museo della Guerra Bianca di Temù raggiungiamo Case di Viso, il pittoresco villaggio situato nel comune di Ponte di Legno. Ci mettiamo in cammino seguendo il sentiero CAI numero 152 che si sviluppa su una comoda carrareccia in leggera salita e che consente di raggiungere il Rifugio Bozzi senza alcuna difficoltà. La pendenza è sempre moderata salvo il breve tratto finale dove decidiamo di tagliare un paio di tornanti per abbreviare la salita.

Siamo gli unici ospiti del piccolo rifugio e ci viene assegnata una stanza con cinque posti letto. Dopo una rapida cena a base di pasta al pomodoro, un caffè e un bicchierino di grappa ci adeguiamo alle disposizioni della struttura che ci ospita: alle 10 di sera siamo già sotto le coperte. Trascorro una nottata tranquilla e riposante nonostante sia la prima volta che dormo in un rifugio. Il silenzio della montagna, il tepore delle coperte di lana e l’atmosfera da baita rendono questo momento davvero unico ed emozionante. Al mattino ci attende una semplice colazione a base di caffè, fette biscottate e marmellata che consumiamo come sempre tra sorrisi e risate. Lasciamo il rifugio poco dopo le 8 del mattino e ci mettiamo in cammino per salire finalmente in vetta.

Contro ogni previsione il cielo si presenta in gran parte sereno: anche se in montagna il tempo cambia in fretta sappiamo di avere una buona finestra a disposizione per affrontare la parte più impegnativa senza pioggia. Raggiungiamo la Forcellina di Montozzo con il sentiero 111 percorrendo un paio di tornanti in buona pendenza e proseguiamo sullo stesso in discesa per un breve tratto. Abbandoniamo quindi il percorso segnato per dirigerci liberamente in direzione della montagna di Ercavallo tenendo come riferimento le due vette principali. Il primo tratto risulta molto semplice e si cammina comodamente sull’erba e su qualche grosso masso. Di tanto in tanto ci troviamo su quella che sembra essere una traccia di sentiero in quanto sono presenti alcuni omini di pietra e qualche bollo di colore bianco.

Costeggiamo alcuni piccoli laghetti fino a raggiungere la pietraia che ci condurrà alla base del canalone detritico, la nostra via di salita. Qui compare un laghetto più ampio dove ci attende la prima sorpresa della giornata: sulla sponda opposta individuiamo un branco composto da una dozzina di stambecchi. Una pausa è d’obbligo: cerchiamo di avvicinarci il più possibile per scattare qualche fotografia e per vivere pienamente questo momento emozionante di contatto con la natura, quella cruda e selvaggia che è ancora possibile trovare in montagna. Le marmotte ben presto si accorgono della nostra presenza e i loro fischi allertano il branco che pian piano si allontana da noi, peccato. Ripartiamo ancora più carichi dopo aver ricevuto questo inaspettato regalo e attacchiamo con decisione il ripido canalone detritico che ci troviamo di fronte.

Avevo letto un paio di relazioni che indicavano la presenza di un vecchio percorso militare su questo versante ma non riusciamo a individuarlo, procediamo quindi cercando di seguire la via più sicura per salire. Questo tratto si rivelerà davvero faticoso e complesso, fortunatamente il GPS ci consentirà di rimanere sempre su una linea coerente rispetto alla meta finale. Gli ultimi metri prima di raggiungere la sella alla base delle due punte di Ercavallo sono i più impegnativi: mi trovo praticamente a salire appoggiando le mani a terra, camminando in forte pendenza su piccoli detriti che affondano ad ogni passo. Raggiunta finalmente la cresta percorriamo gli ultimi metri che ci separano dalla vetta con attenzione (qualche breve tratto è esposto) e possiamo quindi accarezzare la simbolica Croce in legno che la identifica.

Siamo a quota 3068m ed è per me una grandissima soddisfazione: si tratta infatti di una prima volta a questa altitudine. Siamo circondati da un paesaggio davvero suggestivo con un panorama ampio in ogni direzione, peccato solo per la presenza di qualche nube di troppo. Intorno a noi troviamo ciò che rimane dei numerosi fabbricati risalenti alla Grande Guerra, un vero e proprio museo a cielo aperto. Le condizioni meteo stanno rapidamente cambiando e decidiamo quindi di scendere rapidamente, questa volta utilizzando il bel sentiero numero 17 con bollatura bianco-rossa. Il percorso ci consente di perdere quota rapidamente e di raggiungere il sentiero numero 2 che dal rifugio Bozzi consente di visitare i Laghi di Ercavallo.

Visto che il tempo lo consente decidiamo di visitare questi ultimi proseguendo verso destra. Raggiungiamo in breve tempo il più grande dei due e approfittiamo del bel paesaggio per una brevissima sosta. Iniziamo a sentire alcune gocce di pioggia e decidiamo quindi di dirigerci in direzione del rifugio accelerando decisamente il passo visto che il sentiero, ampio e pianeggiante, consente una buona andatura. Dal rifugio seguiamo quindi il sentiero 152 e raggiungiamo Case di Viso, punto di partenza di questa lunga e appagante escursione. Un’esperienza davvero magnifica che mi ha regalato nuove emozioni e bellissimi ricordi, merito della montagna e dell’ottima compagnia.

Mappa del percorso

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Galleria fotografica

E' giunta l'ora di lasciare il Rifugio Bozzi che ci ha ospitatati per la notte e di metterci in cammino

E' giunta l'ora di lasciare il Rifugio Bozzi che ci ha ospitatati per la notte e di metterci in cammino

A pochi passi dal rifugio ecco comparire il Lago di Montozzo situato a 2400m di quota

A pochi passi dal rifugio ecco comparire il Lago di Montozzo situato a 2400m di quota

Per la salita ci spostiamo nel territorio della Valle di Sole senza seguire un sentiero segnato

Per la salita ci spostiamo nel territorio della Valle di Sole senza seguire un sentiero segnato

Una volta raggiunta faticosamente la vetta veniamo abbondantemente ripagati dal paesaggio circostante

Una volta raggiunta faticosamente la vetta veniamo abbondantemente ripagati dal paesaggio circostante

Dopo aver affrontato una comoda discesa raggiungiamo il Lago di Ercavallo per poi rientrare al rifugio

Dopo aver affrontato una comoda discesa raggiungiamo il Lago di Ercavallo per poi rientrare al rifugio



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