Davide Bonusi
Davide Bonusi
Amo la natura e la vita all'aria aperta. Quando posso vado in montagna, seguo un sentiero e cammino fino a quando sono stanco. Qualche volta mi perdo, molto spesso mi ritrovo.

Laghetti di Ravenola, Corni Setteventi, Punta Setteventi e Monte Matto

Laghetti di Ravenola, Corni Setteventi, Punta Setteventi e Monte Matto

Una breve e selvaggia escursione per visitare le vette più elevate ed esclusive che separano le tre valli bresciane.

Difficoltà escursionistica: T2
Vette raggiunte: Corni Setteventi (2209 m), Punta Setteventi (2251 m), Monte Matto (2201 m)
Dislivello salita: 709 m
Lunghezza percorso: 13.71 Km

Descrizione dell’escursione

Il Maniva è una località molto frequentata dai bresciani e negli ultimi anni è stata decisamente valorizzata dal punto di vista turistico. Quest’area ospita piste da sci, ristoranti, strutture alberghiere e tutti i servizi fondamentali per chi desidera trascorrere qualche giorno di vacanza in montagna. Esistono però luoghi che sono rimasti al di fuori del circuito turistico e che offrono pertanto la possibilità di fare del buon trekking esplorativo. Luoghi in cui non esistono strade asfaltate, dove i sentieri sono appena percepibili e l’opera dell’uomo è limitata a qualche accampamento temporaneo per la pratica dell’allevamento.

Il mio obiettivo odierno è di visitare la catena montuosa che separa, a livello visivo, le tre valli bresciane: la Valle Trompia dalla quale provengo, la Valle Camonica e la Valle Sabbia. Dal punto di vista amministrativo i confini non corrispondono con queste montagne ma la loro altitudine le porta di fatto a essere una barriera naturale e un ottimo punto di osservazione verso ogni direzione. Per rendere più interessante l’escursione e aggiungere del dislivello decido di effettuare un anello che mi consentirà di visitare i bellissimi Laghetti di Ravenola situati a quasi 2000m di quota.

L’escursione inizia dal Goletto di Ravenola, una sella dove è possibile parcheggiare comodamente. Lasciata l’automobile mi incammino lungo la bella strada sterrata che scende verso i laghetti, contrassegnata dalla bollatura bianco-rossa dei sentieri CAI. La discesa è molto piacevole e panoramica: le prime luci del mattino che si rispecchiano sulle fredde acque dei laghi offrono continui spunti fotografici ai quali non rinuncio. Dopo una ventina di minuti sono giunto in prossimità di quelle che sulla mappa vengono identificate come “Baracche Cici Ravenola”. E’ bene che specifichi subito che “Cici” è mio zio e che queste strutture appartengono alla mia famiglia da alcune generazioni: anche se non ho frequentato assiduamente questi luoghi è inevitabile che ne sia legato e transitare qui ora che sono praticamente disabitate mi trasmette una certa malinconia.

Mi fermo qualche minuto a osservare entrambi i laghi, scatto qualche fotografia e poi riprendo il cammino in direzione della Malga Ravenola Vaga che raggiungo dopo pochi minuti. Qui trovo le prime indicazioni sulla direzione da seguire: a sinistra è possibile raggiungere il Bivacco Grazzini e proseguire verso il Pian delle Baste con il sentiero 3V, a destra invece si può scendere nella località “Campei” e raggiungere la Malga Mai con il sentiero numero 778. Proseguo in quest’ultima direzione lungo un bel sentiero che mi porta ad attraversare il Torrente Grigna tramite un ponticello in legno. Qui mi fermo per verificare la direzione da seguire sul GPS: esso indica infatti una variante di sentiero che dovrebbe salire a destra e che mi consentirebbe di raggiungere rapidamente la Malga Ravenola Soliva, prossima meta prevista dall’itinerario.

Non riesco a individuare il tracciato ma in lontananza mi sembra di scorgere la bollatura bianco-rossa sul tronco di un albero, decido quindi di attraversare il prato senza un percorso obbligato e puntare in quella direzione. Risalgo faticosamente il pendio erboso mantenendomi alla sinistra della piccola cascata che tengo come riferimento, percorro alcuni tornanti per rendere meno faticosa l’ascesa. Di tanto in tanto mi sembra di transitare su quello che potrebbe essere un vecchio sentiero ma non riesco comunque a trovare traccia della bollatura. Per chi desiderasse seguire le mie orme consiglio di indossare scarpe adatte allo scopo in quanto il terreno è molto umido e scivoloso, specialmente se percorso durante le prime ore del mattino. Una volta superato il tratto più ripido proseguo navigando a vista verso la malga e con un ultimo sforzo mi trovo finalmente a calpestare quello che sembra essere un vero e proprio sentiero.

Per rientrare sul percorso segnato dovrei dirigermi a sinistra e transitare al di sopra della struttura, decido invece di proseguire in direzione opposta tenendo come riferimento la Punta dell’Auccia e la sua grande Croce di vetta. Raggiungo finalmente il “Giogo dela Bala” e attraverso la strada asfaltata che scende verso il Passo di Crocedomini: qui ha inizia la vera ascesa verso le vette. Mi incammino verso destra in direzione delle creste fino a individuare il bel sentiero “del Bonom” che degrada leggermente per poi procedere al piano conducendomi a un bivio. Abbandono quindi il percorso segnato per proseguire lungo la cresta fino a raggiungere i Corni Setteventi dove mi accoglie un semplice palo in legno che forse un tempo era una Croce. Da qui posso osservare il sottostante Lago di Vaia e la bella vallata che conduce a Bagolino, un territorio che ho visitato da ragazzo e che desidero esplorare meglio prossimamente.

Da qui potrei proseguire direttamente scendendo il ripido pendio su roccette ma sono stanco e sento di non avere la concentrazione necessaria. Torno quindi indietro e mi immetto nuovamente sul sentiero del Bonom con il quale mi porto ai piedi della Punta Setteventi. Per salire in vetta seguo la traccia poco evidente che sale a sinistra in prossimità di un tornante facendomi aiutare dal GPS che qui indica un sentiero. Guadagno la vetta erbosa superando alcune roccette e anche qui trovo un semplice paletto in legno. La totale assenza di indicazioni e di tracce lasciate da altri escursionisti mi conferma che quest’area è decisamente poco frequentata. L’assenza di nuvole mi impone una sosta per osservare le catene montuose circostanti e per consumare una fugace merenda. Riprendo il cammino e raggiungo rapidamente e senza difficoltà il Monte Matto, un dosso erboso che non presenta particolari degni di nota.

Il sole ora è alto nel cielo e la temperatura sta salendo rapidamente, meglio riprendere il cammino per evitare scottature. Per il rientro seguo il sentiero con bollatura bianco-rossa che mi riporta senza difficoltà sulla strada asfaltata, proseguo in direzione del Dosso dei Galli per poi scendere fino al punto di partenza. Quest’ultimo tratto potrà sicuramente risultare noioso ma offre comunque un ottimo panorama consentendo di osservare costantemente i Laghi di Ravenola a destra e ciò che rimane della base NATO a sinistra (per chi non vi fosse mai salito consiglio una deviazione per visitarla). Si conclude quindi una bella escursione domenicale all’insegna dell’esplorazione e della scoperta di nuove porzioni del territorio bresciano.

Mappa del percorso

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Galleria fotografica

Eccomi a pochi passi dai Laghetti di Ravenola e dalle vicine baite

Eccomi a pochi passi dai Laghetti di Ravenola e dalle vicine baite

Il sentiero prosegue verso la Malga Mai attraversando il Torrente Grigna con un caratteristico ponticello

Il sentiero prosegue verso la Malga Mai attraversando il Torrente Grigna con un caratteristico ponticello

Sono ormai giunto in prossimità della Malga Ravenola Soliva dopo aver risalito un erto pendio erboso

Sono ormai giunto in prossimità della Malga Ravenola Soliva dopo aver risalito un erto pendio erboso

Finalmente raggiungo la Punta Setteventi che con i suoi 2251m domina le tre valli bresciane

Finalmente raggiungo la Punta Setteventi che con i suoi 2251m domina le tre valli bresciane

La cresta erbosa del Monte Matto mi regala questo bel panorama

La cresta erbosa del Monte Matto mi regala questo bel panorama



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