Davide Bonusi
Davide Bonusi
Amo la natura e la vita all'aria aperta. Quando posso vado in montagna, seguo un sentiero e cammino fino a quando sono stanco. Qualche volta mi perdo, molto spesso mi ritrovo.

Pre-Natalizia sul Monte Guglielmo da Caregno

Pre-Natalizia sul Monte Guglielmo da Caregno

Una bella ascesa sul Monte Guglielmo in versione invernale: quale miglior modo per trascorrere questa Vigilia di Natale e per ricominciare dopo una sosta?

Difficoltà escursionistica: T2
Vette raggiunte: Monte Guglielmo (1948 m)
Dislivello salita: 964 m
Lunghezza percorso: 15.42 Km

Descrizione dell’escursione

Sono trascorsi ormai due mesi dalla mia ultima escursione in montagna: il 20 ottobre raggiungevo la vetta del Monte Pizzocolo senza sapere che sarebbe seguito un periodo di pausa. Il meteo quest’autunno non è stato particolarmente favorevole, specialmente durante gli unici momenti della settimana che potevo dedicare alla mia passione: l weekend. Ricorderemo sicuramente questo 2018 per la quantità innumerevole di alberi abbattuti dal vento con intere aree boschive praticamente cancellate.

Oggi però è una bellissima Vigilia di Natale, il sole splende e posso concedermi un pomeriggio di ferie: i miei affezionati clienti dovranno sopravvivere senza di me! Immagino che in vetta la temperatura sarà molto rigida: mentre mangio qualcosa prima della partenza mi preparo una bevanda calda da portare nel thermos e controllo che nello zaino siano presenti i ramponcini per il ghiaccio.

Raggiungo la località Caregno e mi incammino lungo il sentiero 318 con mille pensieri per la testa. Avrò il fiato necessario per affrontare la salita? Sarò ancora in grado di raggiungere la vetta? Come sarà la neve lassù? Mi sento subito molto bene, il passo c’è e la giornata calda mi aiuta ad ambientarmi nuovamente a questi sentieri. La ripida salita verso il Sabbione è priva di ghiaccio e le condizioni di percorrenza sono ideali, mi sento subito a casa. Raggiungo il Passo molto rapidamente e proseguo lungo la carrareccia che porta agli Stalletti.

Cambiando versante mi trovo di fronte ad una zona sicuramente più in ombra dove è presente uno strato di neve. Essa di per se non costituirebbe un problema, indosso scarponi impermeabili ed i miei piedi sono belli caldi! Il problema è il disgelo: lo strato di neve è di circa 20cm ma si sprofonda ad ogni passo ed il terreno sottostante è instabile e fangoso. Devo quindi rallentare il passo e faticare più del dovuto ma ciò non mi demotiva, nulla potrà impedirmi di raggiungere la vetta con il sorriso stampato in faccia. Supero la malga Stalletti Bassi e proseguo lungo il classico sentiero che qui sembra meno morbido.

Raggiungo ben presto gli Stalletti Alti dove seguo il sentiero 325 che mi consentirà di affrontare il tratto finale. Da qui in poi mi trovo di fronte alle difficoltà della prima volta: orientarsi lungo un sentiero senza bollatura evidente perché coperto da neve e procedere nonostante le fortissime raffiche di vento. Per quanto riguarda l’orientamento cerco di riconoscere qualche riferimento (staccionate, paletti, indicazioni), nonostante ciò mi ritrovo al di fuori del tracciato “ufficiale” e devo quindi prestare attenzione a non sprofondare nella morbida neve: in sostanza non so dove mettere i piedi per cui vado a tentativi.

Il vento è davvero molto forte e spesso fatico ad avanzare, si tratta però semplicemente di aumentare la spinta ed oggi le gambe mi consentono di farlo. Giungo così ai piedi dell’ultima salita dove la neve è decisamente migliore: il passaggio di altri escursionisti evidentemente l’ha resa più compatta, devo solo prestare attenzione a non scivolare. Raggiungo la vetta in totale solitudine e mi siedo lungo la scalinata del Monumento al Redentore.

Ce l’ho fatta, sono nuovamente in questo luogo magico e posso ammirare un panorama completamente nuovo. I prati verdi e rigogliosi che ho ammirato durante l’estate ora appaiono addormentati, la neve li avvolge e li protegge in attesa di dissetarli durante il disgelo. Il freddo inizia a farsi sentire e le giornate sono ancora “corte”, meglio intraprendere subito la discesa. Ora sento le gambe molto più stabili e sicure, procedo spedito imboccando stavolta la traccia corretta che mi consente di tornare agevolmente agli Stalletti.

Proseguo fino al Passo del Sabbione dove decido di rientrare a Caregno attraverso la variante che consente di raggiungere la Malga Lividino ed il sentiero 317. E’ un percorso che conosco molto bene e che apprezzo perché consente una discesa meno ripida anche se ciò si traduce in una maggior distanza: questo per me è un bene, mi piace stare nella natura e se posso allungare il percorso lo faccio sempre volentieri. Il terreno qui è asciutto in quanto esposto al sole per molte ore, non incontro difficoltà e posso rilassarmi senza pensare troppo a dove metto i piedi. Attraverso la malga e raggiungo i Corni Rossi dove mi affaccio sul balconcino erboso che sovrasta la Valle Trompia, punto da cui mi piace sempre fare qualche scatto.

Ormai il sole è sceso e sono quasi le 16, accelero il passo e raggiungo rapidamente Caregno terminando l’escursione ad anello. Devo recuperare subito le forze, mi attende una cena leggera e poi la messa di mezzanotte! Sali minerali, caffeina e carboidrati: alla fatica penserò solo domani.

Mappa del percorso

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Galleria fotografica

Eccomi giunto invetta: la neve conferisce al paesaggio un aspetto per me inedito

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E' difficile trattenere l'emozione di fronte a tanta bellezza, meglio lasciarsi andare

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Oggi non siamo in molti in vetta, posso godermi qualche momento di silenzio

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Durante la discesa non posso fare a meno di voltarmi per ammirare ancora una volta il paesaggio

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La discesa dai Corni Rossi consente di ammirare la Valle Trompia da questo punto di vista

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