Passo di Bruffione, Monte Brealone e Laghi di Bruffione dal Gaver
Itinerario ad anello che consente di visitare questi bellissimi laghi alpini. Un percorso che offre relax, silenzio e una natura rigogliosa in cui immergersi.
Difficoltà escursionistica: T2Vette raggiunte: Monte Brealone (2268 m)
Dislivello salita: 933 m
Lunghezza percorso: 16.82 Km
Descrizione dell’escursione
Il Gaver, località montana situata a pochi chilometri da Bagolino, è un’area che conosco molto poco ma che vale sicuramente la pena di esplorare. Da qui infatti partono numerosi sentieri che conducono a mete escursionistiche molto ambite e conosciute: il Lago della Vacca per citarne una famosa, ma anche le vette che lo circondano. Approfittando della bella giornata e della compagnia dell’amico Armando decidiamo di avvicinarci a questa zona con un percorso tecnicamente facile ma comunque impegnativo per la lunghezza complessiva.
Dopo aver raggiunto il Bar Gaver, dove lasciamo comodamente l’auto nel parcheggio antistante, definiamo i dettagli del percorso. Saliremo prima al Passo di Bruffione attraverso il sentiero CAI numero 401-414, sosteremo brevemente al bivacco e proseguiremo in direzione del Passo di Brealone. Se il meteo ci lascerà il tempo necessario raggiungeremo la facile sommità del Monte Brealone, per poi scendere verso i Laghi dove pranzeremo. Seguendo il sentiero numero 413 rientreremo al punto di partenza ripercorrendo la prima parte del percorso effettuato all’andata. Non dovremmo incontrare grosse difficoltà di orientamento e durante il cammino troveremo una bollatura sempre evidente e indicazioni chiare.
Ci incamminiamo poco dopo le 8:30 del mattino seguendo l’ampia e comoda mulattiera, in gran parte cementata, che sale con moderata pendenza attraverso il bosco. In questa prima parte del percorso la temperatura è gradevole e la presenza degli alberi ci protegge da un timido sole mattutino. Procediamo con un buon passo e dopo mezz’ora di cammino ci troviamo all’imbocco di una bellissima vallata. E’ la classica immagine da cartolina: prati verdi, vegetazione rigogliosa e un bel torrente che la attraversa. Ci fermiamo per consultare i cartelli CAI che ci confermano che per raggiungere il Passo dovremo semplicemente proseguire lungo la mulattiera.
Il bosco ha ormai lasciato spazio alla tipica vegetazione di media montagna e il sole è pronto ad accompagnarci lungo la salita. Superiamo la Malga Bruffione e procediamo godendoci la bella compagnia del ruscello che ci accompagna alla nostra destra. Intorno a noi è un trionfo di fiori e arbusti tipici della media montagna: primule, margherite, ranuncolo selvatico ma soprattutto cespugli di rododendro con bellissimi fiori rosa. Mentre cammino mi domando spesso il perché di una fioritura così precoce rendendomi poi conto che siamo in piena estate e che il lockdown dei mesi precedenti mi ha fatto perdere la cognizione delle stagioni. Quest’anno niente fioritura del crocus, mannaggia!
Rallentiamo il passo, ufficialmente per godere di tanta meraviglia, ma anche perché le gambe non girano. Il caldo, arrivato all’improvviso, mette a dura prova muscoli e polmoni. Raggiungiamo quindi comodamente il bel Bivacco del Passo di Bruffione dove decidiamo di sostare per qualche minuto. Sono le 10:30 del mattino ed è decisamente troppo presto per il pranzo mentre un buon caffè caldo ci starebbe benissimo: forse dovrei iniziare a portarmi una moka nello zaino! Decidiamo di visitare alcune trincee presenti a pochi passi dal bivacco seguendo la labile traccia di un sentiero che conduce sulle creste per poi rientrare sulla mulattiera e proseguire in direzione del Passo di Brealone.
Poco prima di raggiungere il passo decidiamo di affrontare la facile ascensione al Monte Brealone da dove possiamo osservare finalmente i Laghi di Bruffione, meta della nostra escursione. Intorno a noi dovremmo anche poter osservare le vette circostanti (Monte Boia, Monte Bruffione e l’imponente Cornone di Blumone) ma purtroppo esse sono in gran parte nascoste dalle nuvole. Come da previsioni meteo il tempo sta cambiando e nel pomeriggio sono previsti temporali, meglio pertanto iniziare la discesa e raggiungere i Laghi il prima possibile. Da li in poi, anche in caso di pioggia, il rientro sarebbe comunque breve e relativamente sicuro vista la presenza di una malga presso cui eventualmente ripararsi in caso di temporale. E’ bene comunque precisare che non si tratta di una struttura turistica, sarebbe comunque un riparo di fortuna giusto per proteggersi dai fulmini.
Raggiunto il passo lasciamo la mulattiera per seguire il sentiero numero 413 che ci consente di perdere rapidamente quota altimetrica. Anche questa area è caratterizzata da numerosi corsi d’acqua che probabilmente contribuiranno ad alimentare i laghetti sottostanti. Dopo un breve tratto ripido il sentiero devia decisamente a destra e diviene pianeggiante fino a condurci su una sella che ci consente di ammirare i laghi nella loro interezza. Lo scenario che mi trovo di fronte non è molto diverso da altri che mi trovo spesso ad osservare nell’area del Maniva e pensandoci bene non siamo poi così lontani: stessa roccia, stessa vegetazione e stessa magnifica sensazione di avventura “selvaggia”. L’opera dell’uomo anche qui è evidente ma c’è comunque una sorta di armonia, di tacito accordo tra i due mondi che convivono apparentemente senza uno sfruttamento economico.
Ci godiamo un fugace pranzo al sacco in riva al lago mentre le nuvole pian piano coprono il cielo, almeno non soffriremo troppo il caldo. Intorno a noi sono presenti altri piccoli gruppi che si godono la bella giornata in montagna, fortunatamente senza urla e schiamazzi. L’assenza di rifugi nei dintorni sicuramente contribuisce a limitare il turismo e questo è sicuramente un bene: meno rumore, meno affollamento e meno rifiuti! Vorremmo prenderci qualche minuto in più per riposare ma il rischio pioggia ora è concreto, meglio rimettersi in cammino e raggiungere il punto di partenza il prima possibile. Proseguiamo lungo il sentiero seguendo l’evidente bollatura e scendiamo attraverso il bosco fino a raggiungere e superare un ponticello di legno che ci consentirà di congiungerci nuovamente alla mulattiera che abbiamo percorso durante la salita.
Percorriamo quindi gli ultimi 2 Km di comoda discesa accompagnati soltanto da qualche sporadica goccia d’acqua e raggiungiamo il Bar Bruffione concludendo la nostra bella escursione. Un percorso che nel complesso risulta adatto a tutti in quanto privo di difficoltà, ma che richiede comunque un buon allenamento per la lunghezza complessiva. Voglio inoltre segnalare la totale assenza di segnale telefonico lungo tutto il percorso (almeno a giugno del 2020), tenetelo presente se decidete di esplorare l’area in solitaria o se avete la necessità di essere raggiungibili. Personalmente spero di tornare presto in questa zona per salire sulle vette del Monte Boia e del Monte Bruffione, due mete che desidero raggiungere da molto tempo.
Mappa del percorso
Galleria fotografica