Davide Bonusi
Davide Bonusi
Amo la natura e la vita all'aria aperta. Quando posso vado in montagna, seguo un sentiero e cammino fino a quando sono stanco. Qualche volta mi perdo, molto spesso mi ritrovo.

Monte Muffetto, anello da Prati Magri a Graticelle di Bovegno

Monte Muffetto, anello da Prati Magri a Graticelle di Bovegno

Bella escursione ad anello per raggiungere il Monte Muffetto, interessante e poco frequentata vetta che separa la Valle Trompia dalla Valle Camonica.

Difficoltà escursionistica: T2
Vette raggiunte: Monte Muffetto (2060 m)
Dislivello salita: 1314 m
Lunghezza percorso: 19.42 Km

Descrizione dell’escursione

Dopo la faticosa ascesa alla Corna Blacca della scorsa settimana ho bisogno di un percorso più semplice che mi consenta di ritrovare innanzitutto armonia e serenità. Nell’ultimo anno ho esplorato buona parte dei sentieri della Valle Trompia senza però mai dedicarmi alle terre del comune di Bovegno. Decido quindi che è il momento adatto per raggiungere il Monte Muffetto, la vetta più significativa di quest’area.

Consulto la cartografia in mio possesso e le preziose guide escursionistiche per pianificare un percorso ad anello che possa risultare adatto alle mie esigenze. Trovo la combinazione perfetta: dolce e lunga salita lungo il sentiero 336 per raggiungere il Dosso Rotondo, saliscendi lungo il 3V fino al Goletto di Baccinale e ascesa finale alla vetta lungo la variante alta del noto sentiero bianco-azzurro. Per la discesa opterò invece per il 338 che consente di raggiungere la frazione Graticelle e di tornare poi al punto di partenza anche se non conosco ancora precisamente come, ci penserò strada facendo.

Sveglia presto per sfruttare le prime fresche ore del mattino, abbondante caffè amaro accompagnato da qualche biscotto e subito in viaggio sulle deserte strade della mia valle che ancora dorme. Il punto di partenza del sentiero è la località Prati Magri di Bovegno che si può raggiungere comodamente in automobile, io decido però di parcheggiare in località Fassole per non dover poi risalire per riprendere l’automobile al termine dell’escursione: se seguite la mia traccia GPS in modo fedele potete facilmente individuare la piazzola a bordo strada che ho utilizzato. Mi metto subito in cammino su una bella strada cementata in leggera pendenza e raggiungo il rifugio Prati Magri dove individuo le chiare indicazioni per il sentiero che ho scelto.

Proseguo lungo la strada che diviene sterrata e dopo pochi metri seguo la bollatura bianco-rossa che entra nel bosco. La pendenza aumenta leggermente ma si cammina comunque in modo molto agevole, le indicazioni sempre chiare e precise consentono poi di non doversi preoccupare troppo dell’orientamento e questo mi infonde fin da subito una certa sicurezza. Le gambe rispondono molto bene ai primi sforzi, le sento stabili e il mio passo è sempre fermo e sicuro. Lascio un evidente roccolo di caccia alla mia sinistra e proseguo lungo un tratto più ripido che mi consente di raggiungere il Goletto delle Corti dove è presente un bel paletto con chiare indicazioni. Peccato che io decida di ignorarlo sbagliando ovviamente direzione: fortunatamente me ne accorgo dopo poche centinaia di metri e posso quindi rimediare senza aver perso troppo tempo.

Dopo un ultimo breve tratto nel bosco la vegetazione si dirada e il sentiero guadagna qualche grado di pendenza. Inizio a individuare tutte le tappe del mio percorso: il Muffetto spicca in lontananza alla mia destra e posso facilmente identificare il sentiero che mi porterà alla sua base. Sulla sinistra invece ecco la vetta del Monte Campione e l’enorme traliccio della Colma di Marucolo. Di fronte il Dosso Re di Campo che mi invita a salire per guadagnare finalmente quota: procedo senza alcuna difficoltà ammaliato dalla bellezza di tutto ciò che mi circonda e asciugato dal primo caldo sole che sale alle mie spalle. E’ questo il momento magico in cui mi sento parte della montagna e non semplicemente suo ospite: mi fondo con essa diventando una cosa sola, apro la mia mente e lascio che sia la montagna a percorrere i miei sentieri interiori.

Supero il Dosso Re di Campo per poi scendere leggermente all’omonimo Goletto dove posso proseguire seguendo la bollatura bianco-rossa. La prima tappa dell’escursione è ormai evidente e la raggiungo percorrendo un tratto leggermente più stretto caratterizzato anche dalla presenza di qualche roccetta da superare. Giunto ai piedi del Dosso Rotondo proseguo a destra e dopo un breve tratto pianeggiante raggiungo finalmente il sentiero 3V. Sono ormai in prossimità degli impianti sciistici di Monte Campione ma la vetta è ancora lontana, proseguo quindi a passo spedito per raggiungere il Goletto di Baccinale e affrontare l’ascesa finale.

Il sentiero degrada leggermente e inizio a pensare che poi tutti questi metri dovrò comunque in qualche modo risalirli. Fortunatamente non sono stanco nonostante abbia percorso una decina di chilometri: quando raggiungo il Goletto e mi rendo conto di dover salire ancora di 400 m la notizia non mi scoraggia più di tanto. Imbocco la variante alta del 3V che sale lungo il crinale e penso solo a godermi ogni passo senza guardare continuamente in alto. Il versante è mediamente ripido con alcuni strappi che mettono a dura prova i miei polpacci, il sole negli occhi spesso mi rende difficile individuare con precisione il percorso. Salgo leggero, spensierato, senza mai scivolare o sbagliare il passo e mi concedo qualche secondo di respiro quando ne sento il bisogno.

Superato il tratto più impegnativo nel giro di una ventina di minuti posso finalmente osservare in lontananza la Croce di Vetta e un paio di escursionisti che mi hanno preceduto. Raggiungo la sommità dopo pochi minuti e lascio che dentro di me esploda quella sensazione di totale appagamento e di libertà che solo la montagna è in grado di offrire. Dopo aver scambiato qualche parola con i simpatici personaggi presenti posso finalmente godermi il meritato riposo e scattare qualche fotografia. E’ giunto il momento di intraprendere il sentiero di rientro che dovrebbe riportarmi al punto di partenza in poco più di due ore.

Non sono un buon camminatore in discesa e il primo tratto risulta per me davvero tosto: si scende lungo un prato ripidissimo, non esiste un vero e proprio sentiero ma bisogna semplicemente tenere la malga sottostante come riferimento e cercare la bollatura bianco-rossa presente sporadicamente su qualche roccia. E’ un sentiero poco battuto e pertanto risulta difficile anche individuare eventuali tracce di passaggio nell’erba. Dalla mia ho però tutto il tempo del mondo e ciò mi consente di procedere con calma e di raggiungere la Malga Muffetto senza mai appoggiare il sedere sul prato. Da qui decido di abbandonare il tracciato ufficiale per seguire la variante a destra che si sviluppa su una comoda carrareccia: preferisco allungare leggermente l’escursione per poter però alleviare il dolore alle dita dei piedi.

Mi ricongiungo al sentiero 338 nei pressi della Malga Vestone, la prima delle tante incontrate lungo il percorso dove è presente una mandria di vacche. Proseguo quindi sempre su comoda strada sterrata percorrendo alcuni tornanti e raggiunta la località Gardino individuo una ripida strada sterrata che scende sulla destra. Con l’aiuto del GPS e con un po’ di intuito individuo il sentiero che mi consentirà di attraversare il torrente Zerlo e di risalire comodamente al punto di partenza, proprio a pochi metri dal luogo in cui ho lasciato l’automobile. Nel complesso l’escursione si è rivelata davvero appagante anche dal punto di vista paesaggistico, un territorio che merita sicuramente ulteriori approfondimenti. Arrivederci Bovegno.

Mappa del percorso

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Galleria fotografica

La Malga Re di Campo è la prima che incontro lungo il percorso, sullo sfondo posso già osservare il Muffetto

La Malga Re di Campo è la prima che incontro lungo il percorso, sullo sfondo posso già osservare il Muffetto

Dopo aver superato il Dosso Rotondo eccomi sul noto Sentiero 3V

Dopo aver superato il Dosso Rotondo eccomi sul noto Sentiero 3V

Il sentiero prosegue in leggera discesa lambendo la vetta del Monte Splaza

Il sentiero prosegue in leggera discesa lambendo la vetta del Monte Splaza

Dopo aver superato il tratto più ripido della salita finale posso finalmente ammirare la Croce di Vetta

Dopo aver superato il tratto più ripido della salita finale posso finalmente ammirare la Croce di Vetta

Lungo la ripida discesa la Malga Muffetto è il riferimento principale per individuare la direzione

Lungo la ripida discesa la Malga Muffetto è il riferimento principale per individuare la direzione



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