Davide Bonusi
Davide Bonusi
Amo la natura e la vita all'aria aperta. Quando posso vado in montagna, seguo un sentiero e cammino fino a quando sono stanco. Qualche volta mi perdo, molto spesso mi ritrovo.

Monte Guglielmo e Croce di Marone da Zone

Monte Guglielmo e Croce di Marone da Zone

Nuova lunga ed esaltante escursione ad anello su una delle vette bresciane che amo di più attraverso il misterioso Bosco degli Gnomi di Zone.

Difficoltà escursionistica: T3
Vette raggiunte: Monte Guglielmo (1948 m)
Dislivello salita: 1395 m
Lunghezza percorso: 20.78 Km

Descrizione dell’escursione

La destinazione prevista per oggi era un altra, avevo infatti deciso di iniziare ad esplorare l’alta Valle Trompia ed in particolare la zona del Dosso Alto. Dopo una serata trascorsa in poltrona a leggere e preparare nuove scarpinate però non ho potuto resistere al richiamo del Monte Guglielmo. La curiosità e la voglia di percorrere una nuova via mi ha portato a scegliere la salita da Zone attraverso il famoso “Bosco degli Gnomi”, un percorso turistico che consente di ammirare numerose sculture ricavate in tronchi di legno.

Sia chiaro fin da subito quindi che non incontrerò gnomi in carne ed ossa sul percorso anche perché è noto a tutti che essi si nascondono dall’uomo. Non posso essere totalmente certo che non esistano, tuttavia non ve ne saranno in questo racconto. Raggiungo Zone di buon mattino e parcheggio l’automobile nei pressi del centro sportivo e scendo verso il torrente seguendo le indicazioni per i sentieri. Qui trovo le chiare indicazioni per raggiungere il bosco, seguo quindi la ripida mulattiera che sale subito con una certa pendenza e che penetra pian piano nella vegetazione più fitta.

Il sentiero è contrassegnato con il numero 227 del CAI, ufficialmente si tratta di Strada Camadone. Iniziano a comparire le prime curiose sculture la cui presenza allevia la fatica della salita, si è sempre ansiosi di superare la prossima curva per vedere quale sarà la prossima opera. Peccato per l’intrinseca fragilità di tali manufatti, il legno chiaramente tende a deperire ed alcune sculture risultano notevolmente compromesse. Proseguo fino a raggiungere un bivio dove incontro il sentiero 230 che prosegue fuori uscendo dal bosco.

La pendenza ora è meno impegnativa, il sentiero è ampio e si sviluppa con numerosi tornanti che consentono di prendere quota rapidamente. Raggiungo Cascina Casentiga ed inizio ad intravedere la Malga Palmarusso di Sopra che è situata in alto alla mia sinistra. Risalgo la ripida traccia che si sviluppa ora lungo un pendio erboso piuttosto umido e scivoloso e raggiungo con molta fatica il bivio proprio in prossimità della malga. Proseguo a destra lungo il sentiero sempre evidente e ben tracciato fino a giungere in prossimità di un grosso massiccio roccioso.

E’ il Corno del Bene, minaccioso sperone dove è presente anche l’omonima via ferrata. Alcuni escursionisti stanno già affrontandola, forse per evitare la calura della giornata estiva. Proseguo comodamente lungo il ripido sentiero e raggiungo il Rifugio Almici nel giro di una mezzoretta proseguendo direttamente lungo la carrareccia che mi porta ai piedi del Guglielmo. Seguendo il tracciato del 3V giungo quindi sulla vetta di Castel Bertino dove posso godere dello splendido panorama che ormai conosco a memoria. Una pausa è comunque doverosa, sia per ricaricare le batterie che per omaggiare questo luogo di notevole valenza spirituale.

Per la discesa ho pianificato un percorso piuttosto lungo ma privo di difficoltà tecniche. Torno al Rifugio e seguo l’evidente carrareccia che risale la vallata in direzione della sottostante malga dove sono presenti due enormi bacini idrici utilizzati per l’allevamento del bestiame in quota. Il percorso da qui in poi non richiede grandi spiegazioni, si scende lungo la vallata un ampia strada sterrata con evidente bollatura bianco-rossa, il sentiero è il CAI 207. Raggiungo ben presto la bella malga Guglielmo di Sotto e proseguo fino alla Croce di Marone.

Da qui è possibile raggiungere numerose destinazioni: la Valle di Inzino, Caregno e le malghe circostanti, il Passo Spino e la Forcella di Gasso. L’ultima opzione mi consentirà di tornare verso Zone, imbocco pertanto il comodo e pianeggiante sentiero 226 percorribile anche in automobile. Giunto alla forcella proseguo superando il torrente e deviano poi lungo il sentiero di destra al successivo bivio in direzione del Forcellino delle Piane. Questo tratto mi consente di visitare la suggestiva area sottostante la Corna Frere dove è presente un tratto attrezzato con una scaletta.

Raggiungo quindi l’ultimo tratto del percorso di discesa immettendomi sul sentiero 230-232 e proseguendo su una strada cementata che mi conduce nella parte bassa dell’abitato di Zone. Risalgo quindi le vie dal paese per giungere nuovamente al centro sportivo e per riprendere l’automobile. Felice, stanco e decisamente affamato decido di rientrare a casa, sono già le 14 e mi attende almeno un ora di viaggio. Per chi decidesse di fermarsi in zona è d’obbligo una visita alle “Piramidi”, area geologica davvero molto suggestiva.

Mappa del percorso

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Galleria fotografica

La salita dal versante sebino offre una costante visuale sul lago

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Sono ormai a poche decine di minuti dal Rifugio Almici quando giungo nei pressi di questo punto panoramico

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Dal rifugio si raggiunge la vetta lunga un comodo ed ampio sentiero, il monumento ci esorta alla conquista

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Il cielo limpido e l'intenso colore dell'erba compongono uno splendido acquarello d'autore

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Nei pressi della Corna Frere è presente questa piccola chiesetta scavata nella rocca

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