Monte Guglielmo, anello da Caregno passando per la Croce di Marone
Bellissimo anello che dalla Valle Trompia conduce al Monte Guglielmo offrendo poi una suggestiva discesa con vista lago.
Difficoltà escursionistica: T2Vette raggiunte: Monte Guglielmo (1948 m)
Dislivello salita: 1358 m
Lunghezza percorso: 20.48 Km
Descrizione dell’escursione
Ancora Monte Guglielmo, ancora partenza dalla Valle Trompia con tanta voglia di camminare e di esplorare tratti di sentiero mai percorsi prima. L’itinerario che ho scelto per trascorrere questa calda mattina d’estate prevede l’ascesa al monumento del Cristo Redentore con partenza dall’altopiano di Caregno, la comoda discesa verso la Croce di Marone e poi il rientro al punto di partenza con il sentiero CAI numero 317. Un percorso che non prevede difficoltà tecniche ma che richiede comunque un discreto allenamento vista la lunghezza complessiva e il dislivello da superare. Io lo affronterò senza soste ma la presenza di più rifugi sul percorso consentirebbero di fermarsi comodamente per il pranzo spezzando quindi l’escursione in due parti.
Mi metto in cammino presto e percorro la salita che conduce al passo del sabbione accompagnato dalle prime luci dell’alba. E’ inutile provare a descrivere l’emozione che ogni volta si prova osservando il sole che sbuca all’orizzonte, posso solo suggerirvi di partire presto al mattino per provare questa sensazione. La prima mezz’ora di cammino è sicuramente impegnativa ma è una salita che ormai conosco benissimo e le gambe la affrontano senza difficoltà. Una volta raggiunto il passo proseguo sulla Strada della Nistola per un paio di chilometri transitando in prossimità della Malga Stalletti Bassi, raggiungo gli Stalletti Alti e affronto l’erto tratto finale che conduce alla vetta.
Mi soffermo qualche minuto per osservare il paesaggio circostante e per godere di un bel venticello che pian piano sta portando qualche nuvola verso la cima. Noto la presenza di un paio di tende da campeggio, probabilmente qualcuno ha approfittato del meteo favorevole per salire ad osservare le stelle. Mi rimetto quindi in cammino seguendo il sentiero 3V che scende verso il Rifugio Almici dove ne approfitto per degustare un buon caffè. La discesa verso la Croce di Marone purtroppo si svolge in gran parte su strada cementata e questa non è mai una bella cosa per le articolazioni. Il panorama è però spettacolare ed è possibile ammirare il Lago d’Iseo in tutto il suo splendore.
Dopo aver percorso una serie di tornanti raggiungo la Malga Guglielmo di Sopra dove vengo accolto da un gruppo di cani da pastore che dimostrano di non gradire particolarmente la mia presenza. Superato questo ostacolo procedo verso la malga successiva transitando in un ambiente oggi particolarmente selvaggio e rilassante. Lungo il percorso non sono presenti altre persone, c’è un bellissimo silenzio interrotto soltanto dai suoni della natura. Raggiunte le stalle decido di abbandonare la carrareccia principale per proseguire a destra seguendo il sentiero 3V: le indicazioni sono molto chiare e basta seguire la traccia parallela al muretto che delimita la malga stessa. Qui posso ammirare alcuni bellissimi cavalli che ben presto però decidono di andarsene, probabilmente infastiditi dalla mia presenza.
Il sentiero consente di perdere rapidamente quota raggiungendo il bosco sottostante. Non vi sono passaggi esposti ma è richiesta attenzione in alcuni tratti che potrebbero risultare scivolosi nelle prime ore del mattino o in caso di pioggia. Dopo una ventina di minuti di cammino il percorso si congiunge nuovamente con la carrabile in prossimità del Rifugio Malpensata. Preso da un’improvvisa voglia di correre decido di farlo fino alla Croce di Marone con l’idea di guadagnare tempo per concedermi una bella pausa. Raggiunta questa destinazione emerge però la mia poca voglia di socialità, almeno in montagna, e la sola presenza di numerose automobili mi spinge a proseguire oltre. Mi fermerò in seguito, magari nel bosco dove sicuramente potrò rilassarmi e godere di maggior tranquillità. Posso invece consigliare all’escursionista che desiderasse spezzare l’escursione di approfittare della presenza del rifugio per una merenda o per la pausa pranzo.
Il tratto successivo del percorso infatti non sarà banale: il punto di partenza dista infatti quasi 9 km con circa 400 m di dislivello positivo da affrontare dopo una bella salita ed una lunga discesa. Mi metto in cammino di buon passo seguendo l’ampia mulattiera, inizialmente pianeggiante, che costeggia il “Dos dell’Asen”. Non essendo mai transitato lungo questa via mi soffermo fin troppo spesso ad osservare il paesaggio senza guardare troppo l’orologio, conscio però che la giornata diverrà ben preso molto calda e che forse sarebbe meglio rientrare per l’ora di pranzo. Decido quindi di aumentare il ritmo affrontando la faticosa salita che conduce al Dosso del Tensore per poi iniziare la discesa che mi condurrà in un fitto bosco.
Da qui in poi il percorso è un lungo saliscendi su una comoda mulattiera. Dopo aver superato la Malga Colonno Nuovo raggiungo l’incrocio con il sentiero numero 316 che sale dalla Valle di Inzino e che consente di raggiungere il Monte Guglielmo passando dalla Malga Costarica. Sono tentato di seguire questa traccia per completare una seconda ascensione ma desisto visto che la fatica inizia a farsi sentire. Proseguo quindi fino alla Malga Colonno Vecchio dove il sentiero prosegue a sinistra e diviene più stretto. Qui inizia la breve ma impegnativa salita che, attraversando un tratto di fitto e umido bosco, conduce alle Corne del Tù. Questa sella, sicuramente poco conosciuta, è uno dei luoghi secondo me più selvaggi e suggestivi presenti sul versante Triumplino del nostro amato Guglielmo. Un luogo impervio e solitario, caratteristiche che ben si addicono a una rilassante sosta.
Da qui è possibile scegliere tra due percorsi per raggiungere Caregno. Uno prevede di proseguire verso il Passo Lividino per poi scendere direttamente lungo la ripida strada cementata che sale dalla Chiesetta degli Alpini mentre l’altro conduce alla Malga Lividino ai Corni Rossi. Io decido per una via di mezzo tra i due raggiungendo prima il Passo Lividino, poi l’omonima malga dove mi ricongiungo al sentiero che prosegue verso i Corni Rossi. E’ ormai mezzogiorno e con un’ultima mezzora di cammino raggiungo l’automobile concludendo questa impegnativa ma appagante escursione. Ho percorso una distanza complessiva di poco superiore a 20 Km, caratteristica che potrebbe “spaventare” i meno allenati, ma come già accennato è possibile spezzare l’escursione in due tappe affrontandola quindi ad un ritmo meno sostenuto.
Mappa del percorso
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