Davide Bonusi
Davide Bonusi
Amo la natura e la vita all'aria aperta. Quando posso vado in montagna, seguo un sentiero e cammino fino a quando sono stanco. Qualche volta mi perdo, molto spesso mi ritrovo.

Monte Bronzone da Sarnico

Monte Bronzone da Sarnico

Non sono molte le vette che consentono di ammirare il Lago d'Iseo dalla sponda bergamasca. Quella del Bronzone è sicuramente una delle più amate e frequentate.

Difficoltà escursionistica: T2
Vette raggiunte: Monte Bronzone (1334 m)
Dislivello salita: 1163 m
Lunghezza percorso: 14.72 Km

Descrizione dell’escursione

Dopo ammirato il Lago d’Iseo da ogni punto di osservazione della sponda bresciana decido di iniziare una ricerca per capire quali siano le vette che mi consentiranno di farlo dalla lato opposto. Accedo alla mia fedele cartografia e cerco i simboli a forma di triangolo, possibilmente con sopra una Croce. Ecco comparire il Monte Bronzone, una modesta vetta che non avevo mai sentito nominare da nessun escursionista.

Mi documento e scopro che sulla sua cima è presente un monumento molto particolare: si tratta di una grande Croce di metallo con una struttura che gli consente di ospitare una campana, anch’essa di dimensioni ragguardevoli. La salita con partenza da Sarnico inoltre ha tutte le caratteristiche che solitamente cerco in un buon percorso di montagna: dislivello di almeno un migliaio di metri, una buona distanza da percorrere ed un paesaggio non troppo monotono. Decido di intraprendere l’escursione nel caldo pomeriggio di un venerdì di inizio ottobre, prendo l’automobile e raggiungo l’abitato di Sarnico parcheggiano lungo la strada.

Mi incammino sulla strada asfaltata che risale il paese seguendo la traccia GPS che ho scaricato fino a raggiungere un bivio dove trovo le prime indicazioni. Il sentiero da seguire è il TPC (Trans Padana Centrale), percorro ancora un tratto di strada asfaltata che mi consente poi di immettermi su un viottolo a sinistra delimitato da muri a secco. Proseguo lungo un comodo sentiero sempre ben tracciato fino a raggiungere una Cappelletta, percorro un antico e ben conservato viottolo con scalini di arenaria e giungo al bivio della Forcella dove proseguo in direzione TCP immettendomi nel bosco.

La pendenza inizia a crescere ed il caldo si fa sentire, scivolo su un tratto sabbioso e prendo una botta all’avambraccio destro con conseguente escoriazione. Do una bella ripulita alla leggera ferita e decido di ripartire: non c’è motivo di tornare indietro per una piccolezza anche se il dolore si fa sentire. Dopo una mezzora dalla Forcella raggiungo il Colle Cambline e proseguo lungo una comoda strada agricola, a tratti anche in leggera discesa. Supero un area per il decollo dei parapendio e proseguo inoltrandomi nuovamente nel bosco fino a raggiungere il Col d’Oregia, crocevia di vari itinerari escursionistici della zona.

Seguo le indicazioni TPC-701 verso la Rolla, super un capanno di caccia e proseguo a sinistra su un sentiero quasi pianeggiante. Non riesco ancora ad individuare la vetta e la stanchezza inizia a farsi sentire: non dovrebbe comunque mancare molto. Affronto un tratto in salita e mi trovo nuovamente nel bosco dove decido di consultare il GPS per capire quale sentiero utilizzare per l’ultimo tratto. Decido di percorrere un anello salendo dal sentiero alla mia sinistra per poi scendere da quello che dovrebbe essere più semplice a livello tecnico.

Il sentiero ora diventa piuttosto impegnativo, inizio a costeggiare la cresta in una ambiente boschivo sempre meno folto, sopra di me noto la presenza di numerose rocce che contrastano con l’ambiente decisamente più prativo della sponda opposta. Giungo quindi in prossimità di un tratto molto ripido dove devo superare alcuni passaggi su roccia aiutandomi con le mani. Non vi sono reali pericoli ma l’escursionista meno esperto forse dovrebbe preferire il percorso che utilizzerò per la discesa in modo da evitare questa difficoltà. Sono abbastanza allenato in questo periodo ma nonostante ciò devo fermarmi spesso e riprendere fiato: la salita sembra davvero non terminare più.

Giungo finalmente sulla cresta dove inizio ad osservare il monumento di vetta che raggiungo in breve tempo. Qui rimango davvero sorpreso dalla grandezza della struttura che ospita la Croce di vetta e la grandissima campana di bronzo ad essa sottostante. Sono da solo e non ho incontrato altri escursionisti: posso pertanto concedermi il lusso di saltare, afferrare la corda metallica e suonare la campana senza imbarazzo. Il peso della stessa ha la forza di sollevarmi senza grossi problemi. La foschia è molto bassa ed è praticamente impossibile osservare il panorama, ancor meno fotografarlo in modo decente.

Decido di sedermi ai piedi del monumento e di riposare per una decina di minuti, stanco per l’impegnativa salita ma anche appagato e divertito. Per la discesa decido di seguire la traccia probabilmente più utilizzata che scende lungo il prato fino ad incrociare nuovamente il 701. Si tratta ora di ripercorrere lo stesso lungo sentiero utilizzato per la salita che però risulta molto più piacevole del previsto: è ormai pomeriggio inoltrato ed il sole sta calando, la sua luce si trasforma e dipinge il paesaggio di tonalità completamente differenti. Attraverso una zona agricola dove posso osservare molti animali tra cui dei bellissimi cavalli, proseguo a passo spedito e mi godo l’ultimo tratto con bella vista sull’abitato di Sarnico e sulla zona sud del Lago d’Iseo.

E’ ormai ora di cena, riprendo l’automobile e mi incammino verso casa. Mi attende una buona ora di strada dove potrò consolidare nella mia mente le immagini, le sensazioni e gli odori: semplicemente nuovi ricordi.

Mappa del percorso

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Galleria fotografica

E' possibile raggiungere questa vetta anche da Adrara San Martino con minor dislivello complessivo

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Decisamente unica la Croce di vetta che fu installata in occasione della beatificazione di Papa Giuseppe Roncalli

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Dalla comoda e spoglia cima è possibile osservare il Lago d'Iseo, foschia permettendo

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Dopo una bella pausa è ora di iniziare la discesa, solo un ultimo sguardo per ammirare questa meraviglia

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Le giornate stanno iniziando diventare più brevi e ciò dipinge il paesaggio di nuove tonalità

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