Davide Bonusi
Davide Bonusi
Amo la natura e la vita all'aria aperta. Quando posso vado in montagna, seguo un sentiero e cammino fino a quando sono stanco. Qualche volta mi perdo, molto spesso mi ritrovo.

Monte Altissimo di Nago, invernale da San Giacomo

Monte Altissimo di Nago, invernale da San Giacomo

Eccomi nuovamente sulla sponda veronese del Lago di Garda per la prima ascensione del 2020. Un percorso facile e molto panoramico che richiede però attenzione in condizioni invernali.

Difficoltà escursionistica: T2
Vette raggiunte: Monte Altissimo di Nago (2078 m)
Dislivello salita: 924 m
Lunghezza percorso: 11.23 Km

Descrizione dell’escursione

Prima di iniziare il racconto di questa bella escursione credo sia doveroso fare una rapida premessa legata al grado di difficoltà indicato. Il percorso descritto, in assenza di neve, potrebbe tranquillamente essere classificato come di livello turistico. Se affrontato in condizioni invernali invece è richiesta una valutazione accurata delle condizioni della neve e della propria attrezzatura. Per quanto riguarda il primo aspetto il mio consiglio è di contattare il Rifugio Altissimo “Damiano Chiesa” prima di partire per conoscere le vie percorribili. Per l’attrezzatura noi abbiamo scelto di portare le ciaspole, i ramponi e i ramponcini: in questo modo saremmo stati in grado di affrontare in sicurezza sia la neve morbida che il ghiaccio.

L’idea era infatti di utilizzare le racchette da neve: una bella ciaspolata tra amici per iniziare il nuovo anno e per smaltire le calorie accumulate durante le feste. Dopo aver contattato il rifugio per essere sicuri che fosse aperto decidiamo si salire da San Giacomo tramite il percorso indicato dal gestore (sentiero CAI #633). Superiamo il centro abitato e parcheggiamo nello spiazzo presente sul primo tornante a sinistra, indossiamo gli scarponi e ci incamminiamo seguendo le facili indicazioni presenti. Transitiamo su una bella mulattiera completamente innevata cercando di prestare attenzione al ghiaccio. La pendenza, inizialmente soltanto accennata, diviene più consistente e ci consente di guadagnare subito qualche metro di dislivello.

Superando alcuni stretti tornanti entriamo nel rado bosco dove la presenza di neve è decisamente minore. Procediamo con attenzione su un terreno in gran parte ricoperto di ghiaccio percorrendo alcuni tornanti e dopo una buona mezzora di cammino raggiungiamo i Prati di Pasna. Siamo a quota 1500m e il bosco lascia spazio a un’ampia conca prativa, oggi completamente ricoperta da uno strato di neve di almeno 30cm. Procediamo seguendo le numerose tracce presenti per raggiungere la Bocca di Creer dove ci concediamo una breve pausa in prossimità del Rifugio Graziani, oggi chiuso. La temperatura è abbondantemente sopra lo zero, una condizione anomala alla quale ormai ci stiamo purtroppo abituando.

Seguiamo la bollatura bianco-rossa che ci conduce su un comodo sentiero che risale il pendio in moderata pendenza con alcuni tornanti. Questo tratto del percorso è piuttosto noioso e non presenta difficoltà. La traccia è ampia, la neve stabile e non vi sono dubbi sulla direzione da seguire. Guadagniamo quota e il vento fresco inizia a farsi sentire: sotto i nostri piedi la morbida neve lascia pian piano spazio a uno strato di ghiaccio. Meglio fermarsi e indossare i ramponi per affrontare in sicurezza l’ultimo ripido tratto che ci condurrà in vetta. Forse basterebbe l’ormai classico ramponcino leggero vista la pendenza non eccessiva del percorso ma meglio non rischiare: scivolare sul ripido pendio alla nostra sinistra non sarebbe una bella esperienza.

Terminato il tratto a zig-zag ci troviamo di fronte al ripido pendio finale, un tratto decisamente impegnativo che ci consentirà di coprire gli ultimi metri di dislivello che ci separano dalle vetta. Procediamo inizialmente in verticale fino a quando la pendenza lo consente per poi seguire la traccia già battuta che sale a sinistra tagliando il pendio. La neve è ghiacciata e stabile per cui non dobbiamo preoccuparci di eventuali distacchi: procediamo comunque con cautela cercando di non caricare troppo la superficie tenendo una distanza di una ventina di metri l’uno dall’altro. Non conosco abbastanza la montagna in condizioni invernali per dare consigli ma credo che seguire alcune regole basilari di sicurezza possa essere utile, anche in condizioni apparentemente ottimali.

L’ultimo tratto del percorso mette a dura prova le mie gambe: la pendenza è notevole e la condizione fisica appena accettabile. Mi concedo quindi qualche breve pausa lungo il percorso con la scusa di osservare il panorama circostante. Terminata la salita ecco comparire alla nostra sinistra il Rifugio Altissimo dove ci fermeremo per il pranzo. Sono soltanto le 11 del mattino e possiamo pertanto girovagare nei dintorni senza fretta: raggiungiamo il punto panoramico posto sulla sommità da dove possiamo osservare sia l’Alto Garda che gran parte della sponda bresciana. Il cielo limpido e la totale assenza di foschia consente alla nostra vista di spaziare sulla catena montuosa dell’Adamello, sulla Presanella e sulle Dolomiti di Brenta.

Montagne che abbiamo già visto, che vedremo in futuro o che forse rimarranno solo nella lista dei nostri desideri. E’ ormai giunta l’ora di pranzo e il rifugio, inizialmente vuoto, diviene rapidamente affollato. Dopo un buon panino, una birra e una fetta di torta riprendiamo il cammino per affrontare la discesa. Vista la stanchezza generale e la digestione in corso decidiamo di utilizzare la stessa via utilizzata per l’ascesa evitando di allungare il percorso. Superato il tratto più ripido tagliamo gran parte dei tornanti scendendo senza percorso obbligato nella neve morbida. Raggiunta la Bocca di Creer, dopo un’ultima pausa, proseguiamo sul sentiero #633 ricalcando fedelmente il percorso utilizzato all’andata.

Chiudiamo quindi la nostra bella giornata in montagna nel primo pomeriggio, soddisfatti per il bellissimo panorama osservato e per il buon pranzo. Dal mio punto di vista l’unico rammarico è di non aver potuto utilizzare le racchette da neve, cosa a cui tenevo molto visto che da un paio di stagioni non riesco a utilizzarle. Per chi volesse affrontare questa salita invernale, tecnicamente elementare, ribadisco il consiglio di valutare con attenzione le condizioni della neve vista la pendenza del tratto finale.

Mappa del percorso

Powered by Wikiloc

Galleria fotografica

Superato il bosco giungiamo in località Prati di Pasna, abbiamo già affrontato buona parte del dislivello

Superato il bosco giungiamo in località Prati di Pasna, abbiamo già affrontato buona parte del dislivello

La parte centrale dell'ascensione può essere affrontata seguendo l'ampio sentiero che sale a zig-zag sul pendio

La parte centrale dell'ascensione può essere affrontata seguendo l'ampio sentiero che sale a zig-zag sul pendio

Una volta raggiunto il rifugio proseguiamo sulla morbida sommità fino al cippo metallico che indica la vetta

Una volta raggiunto il rifugio proseguiamo sulla morbida sommità fino al cippo metallico che indica la vetta

Il panorama che ci viene offerto è di straordinaria bellezza, nell'immagine possiamo ammirare Riva del Garda

Il panorama che ci viene offerto è di straordinaria bellezza, nell'immagine possiamo ammirare Riva del Garda

Sulla sommità è presente una lapide legata probabilmente alla Grande Guerra, nei dintorni vi sono infatti alcune postazioni

Sulla sommità è presente una lapide legata probabilmente alla Grande Guerra, nei dintorni vi sono infatti alcune postazioni



comments powered by Disqus