Davide Bonusi
Davide Bonusi
Amo la natura e la vita all'aria aperta. Quando posso vado in montagna, seguo un sentiero e cammino fino a quando sono stanco. Qualche volta mi perdo, molto spesso mi ritrovo.

Memmo, Passo Sette Crocette e Monte Colombine

Memmo, Passo Sette Crocette e Monte Colombine

Impegnativa escursione ad anello lungo sentieri che fanno parte delle mie origini. Sono qui per ringraziare con la fatica e con il silenzio chi mi ha preceduto.

Difficoltà escursionistica: T3
Vette raggiunte: Monte Colombine (2217)
Dislivello salita: 1429 m
Lunghezza percorso: 21.53 Km

Descrizione dell’escursione

E’ giunto per me il momento di affrontare un percorso decisamente impegnativo, una scarpinata che considero leggendaria lungo i sentieri che mio nonno percorreva costantemente e con qualsiasi condizione meteo. Ho sempre sentito parlare di questi luoghi nei racconti di mia madre e con la fantasia ho cercato di trasformarli in immagini e sensazioni: i vestiti dell’epoca, gli zaini pesanti sulle spalle, le racchette da neve ed un paio di vecchi e pesanti scarponi. La montagna per i nonni era amore incondizionato ma anche sopravvivenza, lavoro, sacrificio e fatica quotidiana.

Ora mi sento fisicamente pronto a seguire le orme della mia famiglia, devo farlo. Studio minuziosamente il percorso che dovrò affrontare il modo tale da transitare lungo entrambi i i versanti che salgono dall’abitato di Collio verso le Colombine, gruppo montuoso che si erge proprio sopra i Laghetti di Ravenola. La mia famiglia si è occupata fin dal dopoguerra di gestire questa riserva di pesca spostandosi continuamente dalla valle per portare in quota tutto il necessario. Non era possibile farlo con mezzi differenti, bisognava continuamente affrontare la montagna con tutti i suoi capricci.

Sono le sette del mattino quando parto dalla frazione di Memmo seguendo le indicazioni per il sentiero CAI 343. La prima parte del percorso si svolge su una strada asfaltata che raggiunge le ultime case dell’abitato del paese. Raggiungo un bivio dove proseguo secondo le indicazioni bianco-rosse inoltrandomi nel bosco lungo una carrareccia sterrata piuttosto dissestata dalla recenti piogge. Percorro un paio di tornanti e facendo attenzione alla bollatura seguo il sentiero che si inerpica lungo un prato in prossimità di un capanno di caccia piuttosto evidente.

Il ripido sentiero mette subito a dura prova i miei polpacci ma fortunatamente torna presto ad essere pianeggiante e mi consente di raggiungere la Malga Canali. Qui mi attende una comoda strada sterrata in leggera salita che porta alla Malga le Pozze. Il suo nome non è casuale: il sentiero qui ci porta ad attraversare una zona di torbiere ed è necessario prestare molta attenzione per non sprofondare. Fatico parecchio, forse perché non mi aspettavo di dover affrontare questo ostacolo e non ero psicologicamente pronto a farlo. Raggiungo la bella Malga Mesorzo, struttura recentemente strutturata che risulta ora disabitata: i suoi occupanti hanno già lasciato l’alpeggio per tornare a valle.

Proseguo a sinistra raggiungendo un ampio pianoro che attraverso in diagonale seguendo la traccia sempre ben marcata e giungo a Malga Mesole, antica costruzione ormai diroccata. Proseguendo ancora lungo il sentiero e compiendo alcuni comodi tornanti giungo al Passo delle Sette Crocette dove mi godo una meritata pausa. Riprendo fiato, mi disseto e scatto qualche fotografia al famoso muretto a secco oggetto di numerose leggende popolari. Il cielo ora è molto coperto ed il rischio pioggia diviene concreto, devo però raggiungere la vetta del Colombine e mi basta qualche spiraglio di sole per convincermi a proseguire.

Da qui in poi orientarsi è semplicissimo: basta seguire la bollatura bianco-azzurra del sentiero 3V (variante alta) lungo la cresta. Intraprendo il percorso con entusiasmo superando qualche passaggio roccioso, percorrendo tratti pianeggianti ed affrontando infine la salita finale al Colombine. Incontro un unico tratto su roccia bagnata che mi richiede una certa attenzione per non scivolare ma non si tratta comunque di un passaggio esposto. La vista della Croce di vetta mi accompagna lungo quasi tutto il percorso e mi fornisce la giusta motivazione. La raggiungo con enorme soddisfazione e posso finalmente affacciarmi per guardare in basso ed ammirare i “miei” Laghetti di Ravenola. Sono soddisfatto ed emozionato, provo gioia ma anche malinconia per quelle tradizioni che ormai non esistono più ma che vivono ancora nella mia anima.

E’ tempo di ripartire, la discesa sarà molto lunga e la nebbia sta scendendo proprio sul versante che dovrò percorrere. Confido su una buona marcatura del percorso e sulla cartografia GPS che posso comunque sempre consultare. Le indicazioni da seguire ora sono quelle del sentiero 355 che si sviluppa lungo una mulattiera piuttosto ampia con la quale raggiungo il Pian delle Baste ed i resti del “Casermone”, edificio militare risalente al periodo della Grande Guerra. Proseguo la discesa con una lunga serie di comodi tornanti fino a raggiungere la località Marmor e l’omonima malga.

Qui il sentiero si divide, proseguendo lungo il 355 si raggiungerebbe Collio in località Ivino mentre io proseguo sulla destra lungo il sentiero 356 che mi porta sul dosso che delimita la bella Valle di Serramando. Il percorso prosegue nel bosco dove distrattamente sbaglio un paio di volte direzione: mi accorgo praticamente subito della mancanza di indicazioni bianco-rosse e torno sui miei passi riprendendo la giusta via. Raggiungo il torrente Re ed in prossimità dello stesso abbandono il sentiero che scenderebbe verso Collio e proseguo in direzione di Memmo.

Mi attende ancora qualche chilometro di cammino e sono piuttosto stanco. E’ però tornato il sole ed il sentiero è divenuto un ampia strada che mi consente di distrarmi senza prestare troppa attenzione a non sbagliare passo o orientamento. Attraverso una bella zona ricca di cascine, supero un ultimo passo e scendo quindi verso il paese da cui sono partito. Sento dentro di me la soddisfazione e l’orgoglio per aver affrontato qualcosa che fino ad ora non ritenevo alla mia portata e per aver a modo mio reso omaggio alla fatica ed al sacrificio dei miei cari nonni.

Auguro a tutti di vivere momenti di totale appagamento come questo. Buona montagna!

Mappa del percorso

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Galleria fotografica

Un tratto pianeggiante del bellissimo sentiero che consente di raggiungere la Malga Canali

Un tratto pianeggiante del bellissimo sentiero che consente di raggiungere la Malga Canali

Ecco il muretto a secco del Passo delle Sette Crocette risalente al 1668

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Il sentiero 3V consente di raggiungere la vetta del Monte Colombine, punto più alto della catena

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Ad attendermi l'immancabile Croce in metallo e qualche nuvola di troppo, il tempo purtroppo sta peggiorando

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La discesa lungo la Valle di Serramando si sviluppa su ampi prati, paradiso per gli appassionati di sci alpinismo

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