Strada delle 52 gallerie al Monte Pasubio e Cima Palon
Emozionante escursione sul massiccio del Pasubio lungo la leggendaria mulattiera risalente alla Grande Guerra: un museo a cielo aperto alla portata di tutti.
Difficoltà escursionistica: T2Vette raggiunte: Cima Palon (2232 m)
Dislivello salita: 1200 m
Lunghezza percorso: 16.54 Km
Descrizione dell’escursione
L’escursione odierna è una delle classiche del trekking Made in Italy, uno di quei percorsi che ogni amante della montagna deve prima o poi percorrere. Il Monte Pasubio è infatti un luogo simbolo della Grande Guerra e la Strada delle 52 gallerie ebbe una grande importanza strategica in questo conflitto. Non mi addentrerò ulteriormente nel racconto storico, non è lo scopo di questa relazione, ma invito chiunque desideri affrontare questo percorso a documentarsi prima di affrontarla. In questo modo sarà più semplice comprendere il contesto e il livello di coinvolgimento sarà sicuramente maggiore.
Il punto di partenza è la Bocchetta Campiglia, situata al confine fra i comuni di Posina e Valli del Pasubio. Questa località è facilmente raggiungibile in automobile (il tratto finale è decisamente dissestato) ed è presente un ampio parcheggio a pagamento. Si tratta di un luogo dalla forte vocazione turistica e quindi molto frequentato, già dalle prime ore del mattino potrebbe risultare difficile trovare una piazzola libera. In prossimità dell’inizio della leggendaria strada è presente un rifugio dove decidiamo di concederci il primo caffè della giornata: dopo il viaggio in automobile è assolutamente necessario risvegliare l’organismo con della sana caffeina.
Ci mettiamo quindi in cammino iniziando una giornata che ci regalerà molte soddisfazioni: il cielo è splendido, completamente azzurro, e la temperatura è gradevole già dalle prime ore del mattino. Il sentiero è identificato dal numero 366 ma è giusto premettere che non vi sono possibilità di sbagliare percorso: basta seguire le gallerie che man mano si susseguono e, molto probabilmente, i numerosi escursionisti che vi precedono. Il primo tratto della mulattiera consente di prendere confidenza con il terreno sassoso e con una pendenza che rimarrà costantemente moderata. Capisco subito che non sarà una semplice passeggiata: il dislivello da colmare è di tutto rispetto e per affrontarlo con un certo ritmo dovrò sudare.
Dopo aver superato un paio di tornanti ecco l’imbocco della prima galleria. Indosso la torcia frontale e lascio che la luce artificiale sostituisca pian piano quella del sole. Sotto ai miei piedi ora c’è soltanto roccia, fortunatamente asciutta, sulla quale procedo prestando attenzione a non scivolare. Entrare all’interno della montagna è molto emozionante e suggestivo: cerco di alleggerire il passo e di procedere in silenzio per rispettare la memoria di chi ha realizzato quest’opera. La presenza di numerose altre persone alleggerisce sicuramente l’impatto emotivo e mi riporta alla realtà attuale del luogo.
Le gallerie si susseguono offrendo spesso anche brevi deviazioni che consentono di visitare postazioni d’artiglieria, punti d’osservazione o depositi per viveri e munizioni. Tra una galleria e l’altra troviamo un paesaggio straordinario: sul lato destro il massiccio roccioso del Pasubio e sul lato sinistro uno strapiombo che consente di osservare la vallata sottostante. La strada è sempre molto ampia e non presenta pericoli di caduta nonostante non siano presenti protezioni. E’ importante in ogni caso procedere con la dovuta attenzione e superare gli altri escursionisti soltanto dove la larghezza della carrareccia lo consente.
Dopo un paio di ore di cammino supero finalmente l’ultima galleria e raggiungo il Rifugio Achille Papa dove mi concedo una breve sosta. Decido di pranzare con quello che ho nello zaino: biscotti secchi e una barretta energetica. Mi rimetto subito in cammino lungo il sentiero 105 per raggiungere la meta finale del percorso, la Cima Palon. Il sentiero, decisamente meno frequentato rispetto al precedente, diviene più impegnativo e selvaggio. Le energie risparmiate durante la salita e gli zuccheri appena immessi nell’organismo mi consentono di aumentare il passo e di raggiungere la vetta in poco più di mezz’ora. Ammiro in silenzio le montagne circostanti, visito le trincee presenti nei dintorni e cerco di immaginare come potesse essere combattere qui, magari d’inverno.
Scendo nuovamente al rifugio per raggiungere alcuni amici che hanno deciso di fermarsi per il pranzo. Dopo un caffè riprendiamo insieme il cammino lungo la Strada degli Scarubbi, comoda carrareccia che utilizzeremo per il rientro. Questo percorso, in gran parte pianeggiante, consente di raggiungere il punto di partenza senza fatica ma è decisamente lungo e noioso. Fortunatamente è possibile abbreviarlo seguendo la variante che consente di tagliare numerosi tornanti, alternativa che non presenta difficoltà tecniche che consiglio caldamente. Raggiungo il parcheggio a metà pomeriggio concludendo questa bellissima escursione accompagnato dagli ultimi raggi di sole della giornata.
Nonostante non sia un grande amante delle mete turistiche credo che la Strada delle 52 gallerie meriti di essere percorsa anche dall’escursionista più esigente. E’ un luogo unico, suggestivo e diverso dai percorsi tradizionali. La Cima Palon è comunque in grado di regalare attimi di inaspettato silenzio e tranquillità, quelli che più amo e per i quali affronto con gioia la fatica di ogni salita.
Mappa del percorso
Galleria fotografica