Davide Bonusi
Davide Bonusi
Amo la natura e la vita all'aria aperta. Quando posso vado in montagna, seguo un sentiero e cammino fino a quando sono stanco. Qualche volta mi perdo, molto spesso mi ritrovo.

Pizzo Formico e Rifugio Parafulmen da Clusone

Pizzo Formico e Rifugio Parafulmen da Clusone

Oggi ti propongo una lunga e appagante escursione in Valle Seriana per raggiungere la vetta del Pizzo Formico, cima che sovrasta l'Altopiano di Clusone.

Difficoltà escursionistica: T2
Vette raggiunte: Pizzo Formico (1636 m)
Dislivello salita: 1171 m
Lunghezza percorso: 18.46 Km

Descrizione dell’escursione

Del Pizzo Formico avevo sentito parlare molto spesso da alcuni conoscenti escursionisti, appassionati in particolar modo di sci alpinismo. Cercando maggiori informazioni in rete ho subito potuto apprezzare la maestosità della sua Croce di vetta e la varietà del paesaggio circostante. Questa montagna di modesta altitudine fa parte di una catena più ampia conosciuta come Conca del Farno che al suo interno racchiude un’ampia area prativa particolarmente adatta per la pratica delle attività invernali.

Il problema però è che Clusone, punto di partenza scelto per questa escursione, non si trova proprio a due passi da casa e per una persona che non ama spostarsi in automobile per lunghe percorrenze ciò potrebbe costituire un deterrente. Fortunatamente la mia voglia di esplorare nuovi territori prevale su tutto il resto: sveglia poco prima delle sei del mattino, colazione con lungo caffè amaro (e molto altro) e via che si parte per questa nuova avventura, anche oggi in solitaria.

Raggiungo Clusone e seguo Via San Lucio fino a un tornante dove è presente un piccolo parcheggio sulla sinistra. Abbandono l’automobile e consulto le indicazioni presenti sul paletto, la mia destinazione viene indicata a 3 ore di distanza e il sentiero da seguire sarà il CAI 508. La prima tappa da raggiungere è il Rifugio San Lucio situato nell’omonima località, mi avvio quindi seguendo il sentiero con bollatura bianco-verde che si addentra subito in un bosco fresco e umido. Superato un primo tratto in leggera salita giungo a una diramazione dove decido di seguire il percorso di destra, leggermente più lungo di quello “ufficiale” che percorrerò poi per la discesa.

La scelta del percorso alternativo è una pratica che ormai ho consolidato da parecchio tempo: non mi piace percorrere la stessa strada più volte e quando posso cerco di visitare più territorio possibile. La pendenza non risulta mai eccessiva ma il terreno umido e scivoloso richiede sempre una notevole attenzione durante la marcia. La fresca brezza mattutina mi aiuta ad abbandonare una lieve sonnolenza e posso procedere a passo spedito controllando di tanto in tanto la mappa sul GPS per essere certo di non sbagliare direzione. Quasi inaspettatamente la vegetazione intorno a me scompare e mi trovo ai piedi di un ripido prato: ecco il Rifugio San Lucio che purtroppo è ancora chiuso, niente secondo caffè della giornata!

Superata questa struttura e la vicina Chiesetta ritrovo le chiare indicazioni per il sentiero 508, la bollatura ora è la caratteristica bianco-rossa che identifica i percorsi del CAI. Il primo tratto si sviluppa su una comoda carrareccia pianeggiante con qualche strappo in lieve pendenza. Mi rilasso e cerco di godere del primo solo del mattino, le gambe sono finalmente meno rigide e sento che il mio corpo è pronto ad affrontare la parte più impegnativa della salita. Superata una casetta in legno alla mia destra il sentiero si stringe nuovamente e rientra nel bosco offrendo subito un paio di tornanti in decisa pendenza. Procedo con qualche difficoltà dovuta soprattutto alla presenza di molte pietre che rendono il terreno sconnesso, ciò è dovuto al passaggio di motociclette da enduro come avrò modo di constatare successivamente.

Superato questo primo tratto il sentiero prosegue nel bosco in modo lineare sempre in leggera pendenza fino a giungere comodamente alla Forcella Larga. Sono ormai ai piedi del Pizzo Formico e posso osservarne la Croce, è meglio però non farsi ingannare in quanto le sue dimensioni la fanno sembrare ben più vicina di quanto essa lo sia effettivamente. Proseguo dritto seguendo le chiare indicazioni presenti e affronto la ripida salita finale che mi porta finalmente in vetta. Nonostante l’orario alcuni escursionisti mi hanno preceduto a dimostrazione di quanto questa meta sia popolare, da questo punto di vista il paragone con il nostro Monte Guglielmo non è poi così azzardato. Il panorama che mi trovo di fronte è splendido, quasi in modo inaspettato: da un lato la Piana della Montagnina cesellata in modo sapiente dall’uomo e dall’altro lato l’Altopiano di Clusone ed alcune importanti vette orobiche come il Pizzo Coca, il Pizzo della Presolana e il Pizzo del Diavolo di Tenda.

Appagato da tutto ciò che mi circonda e dissetato da un sorso d’acqua fresca torno rapidamente alla forcella e mi incammino in direzione del Rifugio Parafulmen seguendo il sentiero 549-545. Dopo un primo tratto in discesa giungo su un’ampia carrareccia che mi porta a destinazione percorrendo alcuni tornanti attraverso immensi prati sicuramente adatti per lo sci alpinismo e per le ciaspole. Raggiungo il rifugio e mi siedo per riposare qualche minuto, ho bisogno di recuperare le energie e soprattutto di bere in modo adeguato. Riprendo il cammino proseguendo in direzione opposta al fine di completare l’anello raggiungendo nuovamente la Forcella Larga.

Imbocco quindi il sentiero 508 utilizzato per la salita e raggiungo rapidamente il Rifugio San Lucio che ora è aperto e che si dimostra davvero curato e accogliente. Mi fermo per osservare lo splendido panorama e quasi mi pento di non aver previsto una sosta qui per il pranzo: i profumi provenienti dalla cucina sono davvero irresistibili e le tavolate apparecchiate in modo impeccabile, mi prometto di tornarci presto. Proseguo in direzione del Roccolo Zuccone dove mi attende l’ultima gradita sorpresa della giornata. Il sentiero mi porta ad attraversare un bosco incantato caratterizzato dalla presenza di numerose sculture in legno realizzate dall’artista locale Giannino Trussardi. Oltre alle sculture, che rappresentano soprattutto animali, sono presenti alcuni pensieri incisi nel legno che parlano della natura e della vita nei boschi.

Rallegrato da questo gradito fuoriprogramma affronto il ripido sentiero con numerosi tornanti in successione facendo attenzione a non scivolare sul terreno fangoso. Nel giro di una mezzoretta raggiungo il parcheggio e riprendo l’automobile terminando così la bella escursione. Un percorso tutto sommato facile e adatto a escursionisti di qualsiasi livello, la distanza complessiva richiede comunque un buon allenamento. La presenza di due rifugi consente di sostare agevolmente per riprendere fiato o per ripararsi in caso di maltempo.

Mappa del percorso

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Galleria fotografica

Superata la Forcella Larga posso osservare la grande Croce di Vetta che mi attende

Superata la Forcella Larga posso osservare la grande Croce di Vetta che mi attende

Ai piedi del Pizzo Formico ecco i prati della Piana della Montagnina

Ai piedi del Pizzo Formico ecco i prati della Piana della Montagnina

Sul lato opposto posso osservare l'Altopiano di Clusone e le vicine Orobie

Sul lato opposto posso osservare l'Altopiano di Clusone e le vicine Orobie

La carrareccia che raggiunge il Rifugio Parafulmen mi consente di rilassarmi e godermi il sole

La carrareccia che raggiunge il Rifugio Parafulmen mi consente di rilassarmi e godermi il sole

Ecco una delle tante sculture dell'artista Trussardi presenti al Roccolo Zuccone

Ecco una delle tante sculture dell'artista Trussardi presenti al Roccolo Zuccone



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