Davide Bonusi
Davide Bonusi
Amo la natura e la vita all'aria aperta. Quando posso vado in montagna, seguo un sentiero e cammino fino a quando sono stanco. Qualche volta mi perdo, molto spesso mi ritrovo.

Monte Guglielmo e Cascina Costarica da Caregno

Monte Guglielmo e Cascina Costarica da Caregno

Una visita serale all'amata cima di Castel Bertino e poi una lunga discesa attraverso un sentiero poco frequentato ma di sicuro interesse.

Difficoltà escursionistica: T3
Vette raggiunte: Monte Guglielmo (1948 m)
Dislivello salita: 1209 m
Lunghezza percorso: 16.66 Km

Descrizione dell’escursione

Cosa c’è di meglio che terminare la giornata con una bella gita in montagna? Dal mio punto di vista direi nulla ed oggi ho proprio voglia di una salita al Monte Guglielmo. Il cielo è piuttosto nuvoloso ma è una giornata molto calda e dovrebbe migliorare in serata: stacco dall’ufficio un paio di ore prima e parto in direzione Caregno, punto di partenza abituale per le mie scarpinate su questa vetta ormai di famiglia.

Il parcheggio è praticamente vuoto e questo mi rende particolarmente felice, ho proprio voglia di godermi la salita in totale solitudine. Scelgo il classico sentiero 318 che mi consente di guadagnare quota molto rapidamente e raggiungo il Passo del Sabbione in poco più di mezzora. Questo percorso non è mai noioso e costituisce un buon allenamento per gambe e cuore, una volta superato il tratto più ripido e raggiunto il roccolo di caccia dopo il passo ci si sente praticamente già a metà strada. Il tratto successivo del percorso è decisamente meno impegnativo e consente di rilassarsi e di ammirare lo splendido contesto naturale circostante.

Questo versante di salita è caratterizzato dalla presenza di immensi prati ideali per l’allevamento in montagna. Le due malghe principali presenti sono quelle che possiamo trovare lungo il percorso: gli Stalletti Bassi e gli Stalletti Alti. Durante il periodo estivo la presenza dei malgari e di decine di vacche è costante, ciò fa si che la mulattiera sia sempre ben percorribile ma costringe anche noi escursionisti a scavalcare le recinzioni elettrificate e ad effettuare qualche piccola deviazione per evitare di calpestare materiale “che porta fortuna”.

Personalmente trovo molto piacevole vedere questi luoghi ancora utilizzati per l’allevamento, è la dimostrazione che non ci siamo “arresi” totalmente alle promesse della modernità e che antiche tradizioni hanno ancora senso di esistere. Digressioni nostalgiche a parte eccomi giunto agli Stalletti Alti dove proseguo lungo il sentiero 325 che mi consente di raggiungere la vetta in breve tempo. Visto che ho accennato alle varie costruzioni agricole presenti segnalo che dagli Stalletti Alti è anche possibile raggiungere la malga “Due Regine” semplicemente seguendo la mulattiera che sale verso destra, in direzione opposta al sentiero principale.

Eccomi in vetta a contemplare la bellezza del Monumento al Redentore che mi offre ospitalità per una meritata pausa. Mi siedo comodamente in cima alla scalinata ed inizio a pensare al percorso da affrontare in discesa, indeciso fondamentalmente tra due alternative. Seguire la traccia che scende verso la Valle di Inzino per poi riprendere il 317 verso Caregno oppure visitare un altra malga di cui ho scoperto recentemente l’esistenza? Costarica, ecco il suo nome! Riparto con l’entusiasmo dell’esploratore che sta per visitare l’isola del tesoro, certo di tornare con le tasche vuote ma con il cuore pieno di gioia.

Mi incammino con passo spedito e ritorno nei pressi degli Stalletti Bassi dove seguo la mulattiera che scende verso destra: non trovo indicazioni precise ma è impossibile sbagliare, la mia destinazione si vede chiaramente in lontananza. Capisco subito di aver totalmente sbagliato la valutazione dei tempi. Il sole sta scendendo rapidamente e la malga è ancora lontana, il sentiero però è comodo e non incontro rallentamenti o difficoltà. Giunto alla meta sorprendentemente non trovo tracce di recente attività, probabilmente non è stata utilizzata durante questa stagione.

Qui trovo chiare indicazioni sul sentiero da seguire per la discesa. Prendo il 316 che entra subito nel bosco e mi accorgo ben presto che il suo utilizzo da parte degli escursionisti è decisamente occasionale: rovi, fitta vegetazione, tratti con erba molto alta e scarsa bollatura fanno si che la mia andatura subisca un deciso rallentamento. Raggiungo l’incrocio con il sentiero proveniente dalla Croce di Marone quando la luce del sole è praticamente svanita. Le indicazioni per Caregno sono molto chiare ma i tempi di percorrenza mi mettono un po di agitazione, mi attendono ancora due ore di cammino.

Il sentiero è un continuo saliscendi attraverso il bosco a tratti molto fitto e buio per poi aprirsi nuovamente nei pressi delle Corne del Tù. Mi fermo qualche minuto per ammirare l’orizzonte e la valle sottostante e per riprendere il controllo della situazione, tra pochi minuti farà buio e non ho nemmeno una piccola torcia con me! Finalmente raggiungo l’incrocio del Passo Lividino dove decido di abbreviare il percorso prendendo la variante 317b che mi consente di tornare velocemente al punto di partenza. Quasi in prossimità del centro abitato incrocio una bellissima volpe, animale che avevo visto dal vivo soltanto da bambino.

L’escursione si è dimostrata avventurosa ed entusiasmante, sicuramente da ripercorrere in senso opposto per ammirare meglio l’area rocciosa delle Corne del Tù e magari raggiungere la Croce di Marone completando poi la salita al Guglielmo.

Mappa del percorso

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Galleria fotografica

Oggi sono solo in vetta, evento piuttosto raro sul Guglielmo

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Le nuvole fortunatamente sembrano voler lasciar spazio al cielo azzurro

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Mi scatto un selfie in prossimità degli Stalletti Alti per ricordare questa bella avventura

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Eccomi alla Malga Costarica, inaspettatamente disabitata

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Il ritorno serale a Caregno mi consente di osservare la Valle da una nuova prospettiva

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