Davide Bonusi
Davide Bonusi
Amo la natura e la vita all'aria aperta. Quando posso vado in montagna, seguo un sentiero e cammino fino a quando sono stanco. Qualche volta mi perdo, molto spesso mi ritrovo.

Monte Guglielmo da Pezzoro (Direttissima 3V) e Monte Pergua

Monte Guglielmo da Pezzoro (Direttissima 3V) e Monte Pergua

Un ritorno in grande stile sulla montagna dei bresciani e la scoperta di un nuovo tratto del sentiero 3V davvero emozionante.

Difficoltà escursionistica: T3
Vette raggiunte: Monte Guglielmo (1948 m), Monte Pergua (1198 m)
Dislivello salita: 1367 m
Lunghezza percorso: 19.87 Km

Descrizione dell’escursione

Quella del Monte Guglielmo è una catena montuosa piuttosto estesa e sono numerose le vie che consentono di raggiungerne la vetta. Negli scorsi mesi ho avuto modo di percorrere quelle più conosciute e frequentate, sempre con grandissima soddisfazione. Oggi però sono alla ricerca di qualcosa di nuovo e decido quindi di effettuare l’ascesa attraverso il sentiero 3V, un tratto conosciuto come “la Direttissima”. Nel 3V questo tratto viene percorso in discesa ed è classificato come EE (escursionismo per esperti) in quanto risulta esposto in alcuni passaggi e richiede l’utilizzo delle mani.

Il punto di partenza originale della Direttissima è il Colle di San Zeno, località facilmente raggiungibile dalla Valle Trompia con la comoda strada che sale dall’abitato di Pezzaze. Io decido invece di disegnare un percorso differente che mi consenta di aggiungere metri di dislivello e di completare un anello: scelgo pertanto di partire da Pezzoro, raggiungere Malga Gale per congiungermi al 3V e completare l’ascensione alla cima di Castel Bertino. Per il rientro raggiungerò poi Caregno e da lì il Forcellino di Pezzoro attraverso la comoda e pianeggiante carrareccia che congiunge le due località.

Mi metto in cammino poco prima delle sette del mattino per godermi un clima decisamente fresco, condizione davvero rara in questa caldissima estate. La prima tappa dell’escursione è il Rifugio Valtrompia situato in località Pontogna che si raggiunge seguendo il sentiero 325 in poco più di mezzora. Questa prima parte del percorso è piuttosto monotona in quanto si sviluppa su una strada in gran parte cementata che transita all’interno di un fitto bosco lasciando ben poco spazio al paesaggio. Consente però di risvegliare il proprio fisico e di prepararlo ad affrontare quella che sarà una camminata lunga e moderatamente impegnativa.

Una volta raggiunto e superato il rifugio (a quest’ora ancora chiuso) si prosegue verso Malga Pontogna seguendo le evidenti indicazioni per il sentiero 325-326. La malga si raggiunge con un paio di tornanti in moderata pendenza, una volta superato l’edificio si prosegue a destra lungo la strada sterrata evitando la deviazione che sale nel bosco a sinistra (sentiero 325). Il sentiero diviene ora quasi pianeggiante consentendo di guadagnare moderatamente quota senza grossi sforzi. Il primo sole del mattino, il silenzio e l’aria fresca mi consentono di rilassare la mente e di abbandonare tutto quel carico di pensieri accumulati durante la settimana: è proprio quello di cui avevo bisogno.

Raggiungo la località Gale dove trovo le indicazioni per il sentiero 3V in prossimità di una recinzione. Avendo già attraversato quest’area più volte conoscevo perfettamente il punto di attacco del sentiero, per chi si trovasse ad affrontarlo per la prima volta consiglio appunto di tenere la recinzione come riferimento in quanto la bollatura, almeno nel primo tratto, non è particolarmente evidente. Il sentiero 3V sale lungo l’erto pendio erboso mettendo fin da subito a dura prova gambe e cuore; presto attenzione al terreno reso scivoloso dalle copiose piogge dei giorni precedenti. Superato questo primo breve tratto aperto si entra in un rado bosco dove si guadagna rapidamente quota percorrendo una successione di stretti tornanti. La bollatura è sempre evidente e orientarsi non è un problema, trattandosi di un sentiero poco frequentato la traccia è spesso quasi completamente coperta dall’erba per cui è bene prestare la dovuta attenzione.

Superato il bosco il sentiero concede una breve pausa con un tratto pianeggiante che conduce a un massiccio roccioso. La presenza della classica bollatura bianco-azzurra sulle rocce non lascia spazio a fraintendimenti: è li che dovrò transitare. Affronto quindi questo bel tratto aiutandomi con le mani su un paio di passaggi e prestando attenzione a non scivolare a causa dell’umidità presente sulle rocce. In realtà mi aspettavo un grado di difficoltà molto maggiore dopo aver letto altre relazioni in rete: è sicuramente un tratto che richiede esperienza, passo fermo e tutte le dovute attenzioni ma mai eccessivamente esposto. Dopo aver superato con molta soddisfazione il tratto impegnativo della salita proseguo lungo l’evidente traccia che taglia il versante fino a ricongiungermi con il sentiero che percorre la cresta in prossimità del Dosso Pedalta.

Da qui in poi tutto diviene facile e nel giro di una ventina di minuti eccomi sulla cima di Castel Bertino a osservare lo splendido Lago d’Iseo da una posizione decisamente privilegiata. Come spesso accade non sono da solo e nonostante l’orario un paio di escursionisti mi hanno preceduto, molto probabilmente salendo da Caregno. Mi fermo giusto il tempo di dissetarmi e riparto in direzione del Passo del Sabbione dove deciderò se esplorare un altro sentiero a me ancora sconosciuto. Durante la discesa incontro almeno una ventina di persone a testimonianza di quanto questa montagna sia amata e apprezzata: un paradiso per tutti che però forse meriterebbe più rispetto e silenzio, in particolar modo in prossimità dei luoghi di culto religioso.

Al Passo del Sabbione decido di intraprendere il sentiero 318bis che scende lungo la Valle della Nistola ingolosito dalle tracce evidenti di una recente bollatura. Il percorso si dimostra facile da percorrere ma spesso il terreno risulta completamente nascosto dall’erba: cerco di prestare attenzione ad ogni passo per evitare una distorsione e giungo quindi a Caregno in leggero ritardo rispetto alla mia tabella di marcia. Mi incammino quindi verso il Forcellino di Pezzoro utilizzando l’ampia strada sterrata con molti tratti cementati. Il percorso è sostanzialmente pianeggiante con alcuni brevi tratti in leggera salita. Decido poi di concedermi una salita finale al Monte Pergua per ammirare la sua bella Croce di Vetta, deviazione che richiede circa una quarantina di minuti complessivi dal Forcellino.

Raggiungo quindi il punto di partenza dell’escursione poco prima di mezzogiorno completando un fresco e appagante percorso ad anello. E’ vero che non ho aggiunto nuove vette al mio diario ma ho comunque percorso due nuovi sentieri e visitato quindi porzioni per me inedite delle mie terre. Per quanto riguarda la valutazione complessiva dell’escursione la classifico comunque per esperti in quanto la Direttissima richiede un passo sicuro, il dislivello complessivo supera i 1300m e la distanza da percorrere richiede una buona preparazione fisica.

Mappa del percorso

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Galleria fotografica

Nei pressi di Malga Pontogna posso ammirare il sole che si specchia in questa piccola pozza d'acqua

Nei pressi di Malga Pontogna posso ammirare il sole che si specchia in questa piccola pozza d'acqua

Ecco il punto di attacco della Direttissima 3V situato poco prima di Malga Gale

Ecco il punto di attacco della Direttissima 3V situato poco prima di Malga Gale

Dopo aver superato il tratto per esperti una comoda traccia conduce alla cresta del Guglielmo

Dopo aver superato il tratto per esperti una comoda traccia conduce alla cresta del Guglielmo

Ecco finalmente comparire il Monumento al Redentore posto sulla cima di Castel Bertino

Ecco finalmente comparire il Monumento al Redentore posto sulla cima di Castel Bertino

La discesa lungo la Valle della Nistola (318bis) è una valida alternativa per raggiungere Caregno

La discesa lungo la Valle della Nistola (318bis) è una valida alternativa per raggiungere Caregno



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