Davide Bonusi
Davide Bonusi
Amo la natura e la vita all'aria aperta. Quando posso vado in montagna, seguo un sentiero e cammino fino a quando sono stanco. Qualche volta mi perdo, molto spesso mi ritrovo.

Monte Guglielmo da Caregno e discesa da Malga Pontogna

Monte Guglielmo da Caregno e discesa da Malga Pontogna

Una classica escursione primaverile sulla montagna dei bresciani: una vetta che è in grado di regalare ogni volta nuove emozioni ed un panorama mozzafiato.

Difficoltà escursionistica: T2
Vette raggiunte: Monte Guglielmo (1948 m)
Dislivello salita: 1000 m
Lunghezza percorso: 15.59 Km

Descrizione dell’escursione

Oggi era importante salire, sfruttare una piccola finestra di tempo favorevole dopo settimane di incertezza meteo. Guglielmo doveva essere ed è stato, giusto per timbrare il cartellino anche ad aprile.

Si parte sempre così quando si vuole chiedere qualcosa a se stessi: un piccolo zaino sulle spalle (giusto il necessario), le scarpe adatte ed una fascia per il sudore in testa. I pensieri però pesano, soprattutto quando si parte e la fatica non si è ancora palesata: ti invadono le gambe, il cuore, il cervello e sembrano non lasciare spazio ad altro. Li conosco bene, sono quelle preoccupazioni di tutti i giorni che tanto ci sembrano grandi quanto poi sono piccole al cospetto dell’intero universo.

Parto da Caregno e mi incammino per il sentiero di salita che ho scelto, il 318. Fin da subito trovo un terreno favorevolissimo e questo mi mette di buon umore perché non si scivola e questo mi permette di prendere rapidamente quota e fiducia. Sento le gambe forti e stabili e procedo sicuro senza strafare, pia piano il mio umore migliora e le incertezze sul mio reale stato di forma fisica svaniscono. Capisco che posso tenere un buon passo e trovo un grandissimo beneficio dall’utilizzo dei bastoncini da trekking (accessorio che non avevo praticamente mai utilizzato fino ad un paio di mesi fa).

Raggiungo ben presto il Passo del Sabbione ed accelero il passo: i pensieri man mano svaniscono e mi sento sempre meglio. Raggiungo gli Stalletti Alti senza quasi accorgermi del tempo che passa: mi godo il paesaggio, il vento, la primavera che pian piano colora di verde le distese erbose e penso che ben presto saranno gli animali a prendersene cura. Riceveranno cibo, produrranno un ottimo latte e restituiranno concime prezioso: un ciclo perfetto che l’uomo di montagna è ancora in grado di rispettare e di portare avanti. Penso a quanto, tra un paio di mesi, non potrò fare a meno di storcere il naso attraversando una distesa di letame e questo pensiero mi strappa un sorriso.

Incrocio il sentiero 325 che proviene da Pezzoro e mi proseguo il mio cammino, il Monumento al Redentore è ormai visibile ma so che mi attende l’ultimo sforzo, quella piccola fatica che conosco bene e che voglio godermi in ogni respiro. La ripida salita finale mi impone di rallentare perché la neve si sta dissolvendo e fatico a trovare un sentiero da percorrere: aggiro gli ostacoli, cerco di evitare punti troppo fangosi e scivolosi ma pian piano supero l’ultimo tratto ripido e raggiungo la vetta.

Inutile soffermarsi sul panorama che come sempre è spettacolare. Anche se il cielo è nuvoloso non vi è una gran foschia ed il Lago d’Iseo è ben visibile sullo sfondo. Scatto qualche foto per ricordare anche questa esperienza, faccio due parole con una coppia di escursionisti provenienti da Zone e poi riprendo la discesa. Decido di prendere il sentiero meno ripido senza pensare al fatto che potesse essere innevato e ben presto mi trovo ad attraversare in orizzontale un versante con neve poco stabile. Non ci sono impronte fresche ma conosco il percorso ed il freddo fa si che la neve sostenga bene il mio peso ma non posso evitare di pensare ad un possibile distacco. Rimango freddo, procedo con calma e senza fare movimenti bruschi raggiungo nuovamente il sentiero di discesa e supero l’ostacolo imprevisto.

A questo punto non mi resta che raggiungere la malga Stalletti Alti e proseguire per il mio percorso di discesa, il “Ratù” (sentiero 325 che scende verso Pezzoro). I bastoncini mi aiutano moltissimo in discesa e raggiungere la Malga Pontogna è questione di un attimo. Sono in anticipo e posso fermarmi per una decina di minuti, giusto il tempo per uno snack e per bere un goccio d’acqua. Riparto seguendo la strada agro pastorale che mi porta sul sentiero 320 e nel giro di un oretta raggiungo il punto di partenza.

Mappa del percorso

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Galleria fotografica

Un balcone sul Lago d'Iseo

Un balcone sul Lago d'Iseo

Uno sguardo verso le montagne dell'alta Valtrompia

Uno sguardo verso le montagne dell'alta Valtrompia

Mi godo un timido sole primaverile

Mi godo un timido sole primaverile

L'imponente Monumento al Redentore

L'imponente Monumento al Redentore

La Malga Pontogna ed i prati circostanti

La Malga Pontogna ed i prati circostanti



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