Malga Fevri e Rifugio Gaffer, invernale da Madonna di Campiglio
Una classica ciaspolata nel cuore delle Dolomiti di Brenta tra natura, tradizione e turismo. Manca solo il silenzio, purtroppo, ma ne vale comunque la pena.
Difficoltà escursionistica: T1Difficoltà escursionistica con ciaspole: WT1
Dislivello salita: 817 m
Lunghezza percorso: 15.88 Km
Descrizione dell’escursione
Siamo in pieno inverno e il cielo è completamente coperto dalle nuvole, le temperature sono salite negli ultimi giorni e il rischio valanghe è marcato. Questi sono i motivi che ci portano a decidere di effettuare una tranquilla escursione con le racchette da neve, di quelle turistiche, senza alcuni tipo di pericolo evidente. Oggi siamo infatti un trio: oltre a Carlo, con il quale ho condiviso molte escursioni, è presente anche il buon Armando che torna a calpestare la neve dopo un breve periodo di pausa. Ritrovarsi tra amici è sempre un piacere, farlo in montagna un privilegio.
Madonna di Campiglio è una meta turistica d’eccellenza per chi pratica sport invernali. Le sue piste, che attraversano gran parte del territorio circostante, sono altamente frequentate durante la stagione sciistica. Raggiungiamo il centro del paese poco dopo le nove del mattino e riusciamo fortunatamente a parcheggiare a pochi passi dal punto di partenza. Ci incamminiamo scendendo lungo Via Pradalago per poi svoltare a destra dopo aver superato il Centro Informazioni Ente Turismo. Costeggiamo la Chiesa di Santa Maria e individuiamo finalmente i primi cartelli CAI.
Dopo qualche minuto di disorientamento capiamo di dover procedere andando a destra e attraversando la pista da sci, operazione che effettuiamo con qualche dubbio e moltissima attenzione. Entriamo quindi nel bosco dove ci attende un bel sentiero battuto che, in moderata pendenza, ci conduce nuovamente su una pista di trasferimento. Le indicazioni in questo tratto sono completamente assenti, decidiamo quindi di seguire l’unico percorso possibile confortati dalla presenza di alcuni sci alpinisti che stanno salendo. Attraversiamo nuovamente una pista, proprio in prossimità di una curva a gomito (procedere con molta attenzione) e deviamo poi a destra lungo una bella mulattiera.
Ritroviamo finalmente la bollatura bianco-rossa della segnaletica CAI e un cartello che indica chiaramente la nostra prima tappa: Malga Fevri. Il sentiero man mano diviene più stretto e a tratti moderatamente ripido. La vegetazione non è particolarmente fitta, sarebbe bello osservare il panorama circostante ma le nuvole ce lo impediscono. Non accenno al silenzio e alla tranquillità della montagna: purtroppo le nostre orecchie sono ancora costrette a percepire la classica “musica da discoteca” in lontananza. Anche questo è turismo invernale: sciare, divertirsi, festeggiare. Non è il mio ideale di montagna ma lo capisco e lo accetto.
Un ultimo tratto pianeggiante ci conduce finalmente alla Malga Fevri dove ci concediamo una brevissima pausa per rifiatare. Qui incontriamo un gruppo di escursionisti “senior” con i quali scambiamo qualche parola: come premesso si tratta di uno dei percorsi classici della zona. Indossiamo le racchette da neve e procediamo in direzione del Lago Spinale seguendo inizialmente la pista che scende dall’omonimo monte. Ci troviamo su un altopiano caratterizzato dalla presenza di alcuni dossi, un saliscendi che affrontato con le ciaspole risulta piacevole e rilassante.
Lasciamo il bel laghetto ghiacciato alla nostra sinistra e affrontiamo un breve pendio che conduce nelle vicinanze degli impianti di risalita. Decidiamo di non seguire fedelmente il percorso estivo rimanendo il più possibile sul versante alla nostra destra per poi scendere nel vallone e transitare al di sotto della funivia. Finalmente il cielo si apre e ci consente di affrontare il ripido pendio finale con il sole alle spalle. La sensazione di calore è un dolce abbraccio: mi riscalda, mi conforta e per un attimo dimentico di essere all’interno di un grande parco giochi per bambini e adulti. Raggiungiamo il Rifugio Graffer poco prima delle tredici, affollatissimo come previsto.
Dopo una bella pausa pranzo, purtroppo sotto un cielo nuovamente coperto, iniziamo la discesa che avverrà seguendo la pista da sci. In breve tempo raggiungiamo il sottostante Rifugio Boch e proseguiamo subito spediti verso il fondo valle. Transitare a bordo pista non è sicuramente il massimo della sicurezza, specialmente durante una giornata affollata come quella odierna, ma è l’unico percorso disponibile. Raggiungiamo velocemente la località Campo Carlo Magno per poi rientrare al punto di partenza lungo la strada statale concludendo così una bella camminata. Viste le condizioni meteo abbiamo fatto quello che si poteva, peccato davvero che sia mancato il panorama a causa delle nuvole.
Mappa del percorso
Galleria fotografica