Davide Bonusi
Davide Bonusi
Amo la natura e la vita all'aria aperta. Quando posso vado in montagna, seguo un sentiero e cammino fino a quando sono stanco. Qualche volta mi perdo, molto spesso mi ritrovo.

Forte di Cima Ora e Monte Breda da Bagolino

Forte di Cima Ora e Monte Breda da Bagolino

Escursione di notevole interesse storico per visitare una fortificazione risalente alla Grande Guerra e per ammirare il Lago d'Idro dal versante ovest.

Difficoltà escursionistica: T2
Vette raggiunte: Monte Breda (1535 m)
Dislivello salita: 1110 m
Lunghezza percorso: 15.97 Km

Descrizione dell’escursione

Dopo aver percorso i sentieri della sponda est del Lago d’Idro e visitato alcuni luoghi di interesse legati alla Grande Guerra è giunto il momento di visitare il leggendario Forte di Cima Ora. Oggi è una bellissima domenica di sole ma il clima al mattino è ancora decisamente freddo e dovremo fare attenzione ad alcuni tratti ghiacciati che incontreremo nelle zone d’ombra e attraversando il bosco.

Parlo al plurale perché oggi ho la fortuna di affrontare l’escursione in compagnia di buoni amici, come me appassionati di montagna e di trekking. Partiamo dal ponte di Romanterra che è situato prima dell’abitato di Bagolino (BS) dove lasciamo l’automobile e ci incamminiamo lungo il sentiero 404. Il percorso è ben segnato fin dall’inizio ed è praticamente impossibile sbagliare. Si sale con moderata pendenza lungo una strada in parte sterrata ed in parte cementata che costeggia il torrente Levras.

Siamo partiti presto ed il freddo si fa sentire, sappiamo però benissimo che una volta superata la zona in ombra inizieremo a lamentarci del sole e del caldo. Superiamo un grande masso (impossibile non vederlo sulla sinistra) in prossimità di un pannello informativo e successivamente un abitazione. Da qui il percorso inizia a salire nel bosco con una pendenza più decisa: attraversiamo più volte il letto del torrente fino a raggiungere un bivio dove decidiamo di seguire il sentiero di destra.

La presenza di molte foglie rende il sentiero scivoloso ed il nostro cammino subisce un rallentamento. Si aggiungono poi le difficoltà provocate da alcune piccole frane e la presenza di alberi caduti a causa del vento a complicare la fin qui gloriosissima avanzata. Non abbiamo fretta, procediamo con la dovuta cautela e risaliamo il bosco con un percorso a zig-zag sempre ben contrassegnato dalla bollatura bianco-rossa. Alcuni ripidi strappi mettono a dura prova i nostri polpacci ma la visione che ci attende ripaga completamente lo sforzo.Ci troviamo di fronte ad un pianoro erboso ai piedi del Baremone, una vallata attraversata dal Levras ancora parzialmente innevata, la perfetta cornice per una brevissima sosta.

Il sole è finalmente sopra le nostre teste e possiamo riscaldarci a dovere, affrontiamo con rinnovata gioia il tratto di sentiero che ci porta al Colle di Marè e che ci consente di raggiungere il Passo di Baremone. Qui il sentiero lambisce la strada asfaltata che sale verso il Passo Maniva in prossimità del Rifugio Rosa. Abbiamo già intravisto il forte alla nostra sinistra ma preferiamo consultare il paletto con le indicazioni per un ulteriore conferma, proseguiamo quindi sempre per il 404 lungo una comodissima strada sterrata.

Prestiamo attenzione a qualche lungo tratto di neve e ghiaccio su una strada sterrata comunque comodissima e priva di ostacoli. Lungo la strada troviamo le indicazioni per imboccare il sentiero che ci poterà alla meta risalendo, con qualche tornante, un pendio erboso. Giunti sulla cima della fortificazione possiamo ammirare le quattro gallerie che ospitavano altrettanti cannoni e le rispettive cupole. Il Forte di Cima ora venne costruito a partire dal 1913 e faceva parte dello “Sbarramento Giudicarie” ed il suo obiettivo era l’area di Lodrone e di Ponte Caffaro. Al termine del conflitto venne completamente saccheggiato ed ora risulta notevolmente danneggiato: una recente ordinanza del comune vieta l’accesso alla struttura per il pericolo di possibili crolli.

Ovviamente rispettiamo l’ordinanza, ci godiamo una bella pausa rifocillante e scattiamo qualche fotografia. Ripartiamo dopo una buona mezzoretta seguendo il percorso ad anello sempre contrassegnato come 404. Ho ancora una piccola soddisfazione da togliermi e convinco senza troppo sforzo i miei compagni d’avventura a visitare la cima del Monte Breda dove posso ammirare una modesta Croce in legno. La discesa ci porta ben presto in un ripido bosco in gran parte coperto di foglie a tratti in notevole pendenza: si scivola, prestiamo molta attenzione e giungiamo indenni al bivio che abbiamo incontrato durante la salita.

Da qui si tratta di ripercorre il tratto iniziale in completo relax e con una temperatura decisamente più favorevole rispetto al primo mattino. Siamo stanchi ma appagati dalla visita a questa suggestiva struttura, visita che consiglio anche a chi non ha una gamba allenata semplicemente partendo dal rifugio Rosa di Baremone che si può facilmente raggiungere in automobile.

Mappa del percorso

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Galleria fotografica

Suggestivo passaggio lungo la bellissima valle di Levras

Suggestivo passaggio lungo la bellissima valle di Levras

Paletto con le indicazioni situato presso il Passo del Baremone, noi seguiamo il 404

Paletto con le indicazioni situato presso il Passo del Baremone, noi seguiamo il 404

Eccoci giunti al forte, opera decisamente danneggiata e spoglia di ogni materiale bellico

Eccoci giunti al forte, opera decisamente danneggiata e spoglia di ogni materiale bellico

La salita verso il Monte Breda ci consente di ammirare il Lago d'Idro e le cime circostanti

La salita verso il Monte Breda ci consente di ammirare il Lago d'Idro e le cime circostanti

Ed ecco la piccola Croce in legno del Monte Breda, mancano solo pochi passi

Ed ecco la piccola Croce in legno del Monte Breda, mancano solo pochi passi



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