Davide Bonusi
Davide Bonusi
Amo la natura e la vita all'aria aperta. Quando posso vado in montagna, seguo un sentiero e cammino fino a quando sono stanco. Qualche volta mi perdo, molto spesso mi ritrovo.

Rifugio Garibaldi all’Adamello da Malga Caldea

Rifugio Garibaldi all’Adamello da Malga Caldea

Complice il meteo favorevole riesco a cogliere una delle ultime occasioni per visitare il Parco dell’Adamello e ammirare i suoi giganti di pietra.

Difficoltà escursionistica: T2
Dislivello salita: 1270 m
Lunghezza percorso: 19.21 Km

Descrizione dell’escursione

E’ inutile che lo nasconda: l’ascesa al Monte Adamello era l’obiettivo principale di questa stagione escursionistica. Purtroppo il 2020 non è stato un anno molto positivo e molteplici fattori hanno stravolto completamente i miei piani di “conquista”. Approfittando delle buone condizioni meteo di questo inizio settembre decido comunque di salire al leggendario Rifugio Garibaldi, punto di appoggio per numerose ascensioni sulle vette circostanti ma anche ottima destinazione per una passeggiata. Ben venga quindi una piacevole giornata di trekking in cui ammirare la meraviglia del paesaggio e respirare l’aria pulita dell’alta montagna. Oggi non sono da solo e a farmi compagnia c’è l’amico Carlo con il suo fidato “cucciolo”, il piccolo Vioz ormai abituato a lunghe scarpinate in montagna: oggi sarà lui a dettare il ritmo e a trainarci alla meta.

Per raggiungere il rifugio seguiremo il sentiero numero 11 che parte dalla Malga Caldea, raggiungibile da Temù in Valle Camonica. La strada che raggiunge la malga è sterrata e la sua percorrenza potrebbe essere complicata in caso di recenti piogge. Sicuramente è richiesta una vettura fuoristrada (o almeno un SUV), almeno nel momento in cui scrivo questa relazione. Lasciata l’automobile nel piazzale antistante la malga (sono presenti una decina di posti auto) si prosegue lungo la pianeggiante strada di proprietà dell’Enel fino a trovare le indicazioni per il sentiero CAI. Il tempo di percorrenza indicato per la salita è di 3 ore ma potrebbero servirne di più se procedete con calma, la distanza da coprire è infatti di circa 9 Km.

Il primo tratto del percorso è composto da una serie di tornanti in successione che consentono di guadagnare quota rapidamente ma che risultano decisamente monotoni. Dopo poco più di mezzora di cammino raggiungiamo la diga che delimita il Laghetto d’Avio, il primo dei bacini artificiali che incontreremo lungo il percorso. Qui il sentiero diviene pianeggiante e costeggia a destra il laghetto conducendoci alla base della seconda diga. La si supera guadagnando leggermente quota e si prosegue sempre costeggiano i laghetti. Al termine del terzo bacino il sentiero stacca a destra conducendoci in una zona boschiva che risale costeggiando una cascata. Il percorso è sempre sicuro ma la presenza di acqua impone una certa attenzione per non scivolare, non vi sono comunque tratti esposti.

Superato questo tratto, molto selvaggio e suggestivo, si raggiunge un meraviglioso altopiano attraversato da un ruscello. Da qui è già possibile osservare il Monte Adamello e, alla nostra destra, la diga del Lago Pantano. Questa visione inizialmente ci disorienta in quanto confondiamo tale diga con la nostra destinazione ma il cartello che ci troviamo davanti è molto chiaro e ci indica la giusta direzione da seguire. Procediamo quindi a sinistra superando un ponticello di legno e seguendo l’ampio sentiero che inizia pian piano a salire. Questo tratto è denominato “Il Calvario”, un nome decisamente azzeccato visto l’impegno richiesto per percorrerlo. In realtà, con un buon allenamento, non si tratta di nulla di proibitivo ma arriva comunque dopo un paio di ore di cammino che stancano le gambe. Per fortuna il nostro fidato amico a quattro zampe ha una gran voglia di camminare imponendoci un ritmo di salita più che decente.

Giungiamo nei pressi della Chiesetta, a pochi passi dal rifugio, dopo circa due ore e mezza di cammino. E’ troppo presto per il pranzo e decidiamo quindi di attraversare la diga per seguire il sentiero che sale sul versante opposto, giusto per guadagnare qualche metro di quota. Ne approfitto per scattare alcune fotografie al rifugio e alla vetta del Monte Adamello, una presenza imponente che quasi mi sembra di poter toccare. Alla sua base è possibile ammirare il ghiacciaio del Venerocolo, l’omonima vetta e il Corno Bianco. L’emozione è fortissima e la voglia di salire, almeno sul Venerocolo, è difficile da sopprimere. Purtroppo però il mio compagno d’avventura non è nelle condizioni fisiche adeguate per colpa di una tallonite che lo tormenta da mesi e che spero possa risolvere presto. Raggiungiamo quindi la nostra meta della giornata, il Rifugio Garibaldi, e ci accomodiamo all’esterno godendoci un cielo privo di nuvole e nebbie.

Il sole splende e potremo trascorrere una piacevole rifocillante pausa pranzo. Poco dopo mezzogiorno decidiamo di rimetterci in cammino per raggiungere rapidamente l’automobile e partire presto nella speranza di evitare il traffico serale di rientro. Per la discesa utilizziamo lo stesso sentiero dell’andata non essendo presenti alternative che consentano di compiere un anello. Questa opzione non ci consente di esplorare nuove vallate ma offre comunque spunti paesaggistici differenti. Spesso infatti la percorrenza in direzione opposta consente di osservare luoghi differenti e, complice anche una mutata posizione del sole, di cogliere nuove sfumature. Il caldo ricorda quello delle giornate d’agosto e la stanchezza inizia a farsi sentire, decidiamo quindi di concederci una bella pausa in prossimità della penultima diga.

I tornanti finali mettono a dura prova la resistenza delle nostre ginocchia e l’asfalto non giova sicuramente alla salute delle nostre articolazioni ma in compagnia passano velocemente. Sono da poco trascorse le 15 e siamo già al parcheggio pronti a metterci in marcia su quattro ruote. E’ stata una bellissima escursione e sono decisamente soddisfatto: anche senza aver raggiunto una vetta ho comunque potuto ammirare un paesaggio straordinario e alimentare il sogno di compiere qui future appaganti ascensioni. Un percorso tecnicamente facile che consiglio però a escursionisti ben allenati per la sua lunghezza complessiva e per il dislivello da superare.

Mappa del percorso

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Galleria fotografica

Il leggendario Rifugio Garibaldi è ormai a pochi passi, pronto ad accoglierci per il pranzo.

Il leggendario Rifugio Garibaldi è ormai a pochi passi, pronto ad accoglierci per il pranzo.

Superando la diga è possibile salire lungo il sentiero per ammirare la struttura dall'alto.

Superando la diga è possibile salire lungo il sentiero per ammirare la struttura dall'alto.

Questo è il panorama che possiamo ammirare mentre pranziamo, davvero splendido.

Questo è il panorama che possiamo ammirare mentre pranziamo, davvero splendido.

Lungo la discesa nuovi colori offrono continui spunti fotografici.

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L'uomo ci ha messo il cemento, la natura i suoi colori, intensi e magici.

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