Davide Bonusi
Davide Bonusi
Amo la natura e la vita all'aria aperta. Quando posso vado in montagna, seguo un sentiero e cammino fino a quando sono stanco. Qualche volta mi perdo, molto spesso mi ritrovo.

Punta Telegrafo del Monte Baldo da Novezzina

Punta Telegrafo del Monte Baldo da Novezzina

Eccomi per la prima volta sul Monte Baldo, massiccio montuoso delle Prealpi Venete che comprende numerose panoramiche vette di quota superiore ai 2000 m.

Difficoltà escursionistica: T2
Vette raggiunte: Punta Telegrafo (2200 m)
Dislivello salita: 952 m
Lunghezza percorso: 10.56 Km

Descrizione dell’escursione

E’ finalmente il momento di trascorrere una domenica tra amici e di condividere la magia della montagna con persone in grado di coglierla pienamente. Decidiamo di visitare la sponda veronese del Lago di Garda, un territorio che nessuno di noi ha mai esplorato e che promette di regalare grandi soddisfazioni a livello paesaggistico. Ispirati da un evento organizzato al quale non abbiamo potuto partecipare (per mancanza di posti disponibili) pianifichiamo quella che sarà la nostra giornata perfetta: salita mattutina sulla Punta Telegrafo, pranzo al rifugio e poi comoda discesa nel primo pomeriggio.

Scegliamo di partire da Novezzina, frazione del comune di Ferrara di Monte Baldo. Dopo un paio di ore di viaggio raggiungiamo il Rifugio Novezzina e parcheggiamo l’automobile nell’ampio piazzale a destra della strada provinciale (SP8). Per la salita utilizzeremo il sentiero CAI numero 657, un percorso piuttosto breve che consente di raggiungere la vetta con soli 5 km di cammino e che non presenta particolari difficoltà tecniche. Si tratta di una meta piuttosto turistica e alla portata di tutti, basta una buona condizione fisica e un abbigliamento adatto per quella che viene definita “media montagna”.

Dopo aver percorso un breve tratto di strada asfaltata seguiamo la segnaletica CAI che ci invita a salire nei pressi di un tornante. Il primo tratto del percorso è piuttosto erto e ci consente di guadagnare subito quota attraversando un bel pascolo. La vetta è subito facilmente individuabile, basta seguire il percorso della teleferica che rifornisce il Rifugio Barana situato proprio al di sotto della sommità del Telegrafo. Nonostante abbia affrontato una bella salita anche ieri le mie gambe sembrano in piena forma, ho soltanto bisogno di scaldare i muscoli a dovere e di trovare la giusta cadenza. Mi sento davvero bene e la compagnia rappresenta il vero valore aggiunto: la monotonia di questo primo tratto è costantemente alleviata da battute, aneddoti spiritosi e risate.

Il sentiero degrada leggermente in prossimità del letto di un torrente per poi riprendere nuovamente a salire a zig-zag. La vegetazione che ci circonda è prevalentemente composta da cespugli di pino mugo e ciò consente sempre di avere una visuale aperta in ogni direzione. Lungo il percorso incontriamo numerosi escursionisti di ogni età a dimostrazione della vocazione turistica di questo territorio: l’accento prevalente è quello veneto ma non manca anche qualche straniero. Saliamo con tranquillità in modo tale da non affaticarci, dopotutto è domenica e dobbiamo riposare in vista di una nuova settimana lavorativa. Il nostro unico obiettivo cronometrico oggi è di arrivare al rifugio per l’ora di pranzo in modo tale da poterci comodamente sedere a tavola!

Giunti circa a metà percorso inizia un tratto caratterizzato da una serie di ampi tornanti che consentono di guadagnare facilmente quota. Fino ad ora abbiamo camminato su un sentiero prevalentemente sterrato, salvo qualche sporadico passaggio su roccia. Proseguendo la salita sarà invece la pietra a recitare il ruolo di protagonista invitandoci a prestare maggiore attenzione ai nostri passi. Documentandomi su questa catena montuosa avevo già avuto modo di scoprire che essa è composta prevalentemente da rocce calcaree e dolomitiche e che il fenomeno dell’erosione è molto diffuso. Lungo il percorso possiamo osservare numerose frane e l’impressione è che l’aspetto di questa montagna sia destinato a cambiare stagione dopo stagione.

Proseguiamo fino a raggiungere il bivio dove il nostro sentiero incontra e ingloba il numero 508 che perviene da sinistra. Abbiamo ormai superato i 2000 m di quota e possiamo finalmente godere di un tratto pianeggiante che ci porterà in prossimità della sella che separa le due vallate. La raggiungiamo con un ultimo sforzo e lasciamo che il blu del cielo lasci spazio all’azzurro delle acque del Benaco. Da qui possiamo quasi osservarlo nella sua interezza, da Sirmione a Campione del Garda. Di fronte a noi ecco le belle montagne della sponda bresciana come il Pizzocolo e Cima Comer, vette che ho già visitato in precedenza.

Raggiungiamo la Croce di Vetta poco prima di mezzogiorno e ci concediamo una meritata pausa per scattare le foto di rito e per godere dell’ultimo sole della giornata. Le previsioni annunciano un pomeriggio nuvoloso ma non dovrebbe piovere, meglio comunque scendere subito dopo pranzo per scongiurare il rischio di un temporale improvviso. Pranziamo come programmato al Rifugio Barana e recuperiamo le energie grazie a piatti sostanziosi e ben cucinati. Il personale si dimostra gentile, sorridente e disponibile nonostante la presenza di molte persone. Intanto le nuvole hanno completamente oscurato il sole e la temperatura esterna è decisamente cambiata, ci attende una discesa “fresca”, almeno nel primo tratto.

Al fine di compiere un anello decidiamo di utilizzare il sentiero 652 che scende in prossimità degli impianti sciistici di Novezza. Il percorso si sviluppa in modo piuttosto lineare con pendenza moderata e numerosi passaggi su roccette. E’ necessario prestare la dovuta attenzione per non scivolare in particolar modo nel primo chilometro di discesa; ciò costringe a mantenere un’andatura tranquilla. Segue poi un tratto pianeggiante senza particolari difficoltà che conduce al pendio finale dove il sentiero scende lungo una ripida pista da sci. Dopo una rapida merenda presso un locale agriturismo torniamo al punto di partenza seguendo la strada provinciale per un paio di chilometri.

Si conclude così una bella giornata all’insegna della montagna e dell’escursionismo in buona compagnia. Le ascese in solitaria sono sicuramente utili ogni qual volta si senta il bisogno di lasciare spazio ai propri pensieri più reconditi. Quelle in compagnia sono altrettanto valide perché portano spensieratezza, divertimento, consolidano amicizie esistenti e consentono di approfondire nuove conoscenze. Sicuramente il territorio visitato si è dimostrato all’altezza delle mie aspettative e mi auguro di poter presto effettuare nuove escursioni sul Baldo e sulle montagne circostanti.

Mappa del percorso

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Galleria fotografica

Il blu del cielo e il verde intenso dell'erba compongono il più classico dei panorami estivi di montagna

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Dopo aver superato gli ultimi tornanti in salita ci attende un suggestivo tratto pianeggiante

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Ormai giunti in vetta possiamo osservare l'azzurra superficie del Benaco

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Verso nord possiamo osservare la sponda bresciana fino a Campione del Garda

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La magnifica Croce di Vetta mi regala come sempre una sensazione di totale appagamento

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