Davide Bonusi
Davide Bonusi
Amo la natura e la vita all'aria aperta. Quando posso vado in montagna, seguo un sentiero e cammino fino a quando sono stanco. Qualche volta mi perdo, molto spesso mi ritrovo.

Monte Muffetto da Graticelle di Bovegno

Monte Muffetto da Graticelle di Bovegno

Una lunga e impegnativa camminata che conduce in cresta, ai confini tra la Valle Trompia e la Valle Camonica.

Difficoltà escursionistica: T2
Vette raggiunte: Monte Muffetto (2060 m)
Dislivello salita: 1423 m
Lunghezza percorso: 18.12 Km

Descrizione dell’escursione

E’ passato più di un anno dalla mia prima e unica salita al Monte Muffetto. In quell’occasione l’avevo raggiungo dopo una lunga camminata con partenza dalla località Prati Magri, scendendo poi verso Graticelle per completare l’anello. Oggi decido invece di affrontare il percorso più logico e diretto utilizzando il sentiero numero 338 che parte dalla frazione di Graticelle. E’ la stagione ideale per affrontare questo itinerario in quanto non vi è presenza di neve e le malghe presenti sul percorso sono disabitate. Non si rischia quindi di disturbare gli animali al pascolo o di dover affrontare i rischi derivanti dalla presenza di neve sui ripidi pendii, praticamente privi di alberi.

Dopo aver riordinato attrezzatura e idee mi metto in marcia di buon ora, l’appuntamento è con l’amico Mike direttamente al punto di partenza. Lasciamo l’automobile nei piccolo parcheggio presente prima del ponte che anticipa l’abitato di Graticelle e ci mettiamo in cammino. Sono le sei del mattino e la torcia frontale ci aiuta ad affrontare la prima mezzora dell’escursione che si svolge su una mulattiera in gran parte cementata. Le indicazioni presenti a inizio percorso potrebbero spaventare ma sono, a parer mio, eccessivamente conservative. La meta finale è indicata a quattro ore di cammino, un tempo sicuramente più che sufficiente anche per l’escursionista con passo pacato. E’ bene però valutare attentamente il dislivello prima di mettersi in viaggio in quanto sono circa 1300m in positivo, un valore che richiede buon allenamento e resistenza fisica.

Si risale dolcemente la valle di Sarle fino a raggiungere la località Caprile dove si svolta a sinistra seguendo le chiare indicazioni. La mulattiera diviene più ripida e la fatica inizia già a farsi sentire: fortunatamente il sole viene in nostro soccorso ricaricandoci con i suoi caldi raggi. Il percorso fino a qui è molto semplice da seguire, complice la costante presenza della bollatura e la mancanza di deviazioni che potrebbero trarre in inganno. Giunti in prossimità di un casolare disabitato la mulattiera “si disperde” nel prato, qui bisogna prestare attenzione e seguire la traccia che sale a destra attraverso il bosco, un tratto molto suggestivo incastonato tra muri a secco. Sembra quasi di entrare all’interno di una trincea ma si tratta di strutture realizzate per delimitare i confini tra i terreni presenti, utilizzati un tempo per l’allevamento del bestiame e per l’agricoltura.

Approfittiamo della bellezza del bosco per una breve sosta, giusto il tempo di rimuovere uno strato di vestiti visto che la temperatura lo consente. Proseguendo sul sentiero incrociamo la mulattiera che sale dalla località Ponte del Rango. La attraversiamo e proseguiamo sul ripido crinale districandoci tra il disordine degli alberi caduti e abbandonati al loro destino. Atterriamo nuovamente sulla comoda mulattiera che seguiamo fedelmente transitando in prossimità di un paio di postazioni fisse di caccia. I camini fumanti indicano inequivocabilmente la presenza di cacciatori, cercheremo di prestare la massima attenzione e di non disturbarli più di tanto. Il limite della vegetazione è ormai superato e di fronte a noi compaiono ripidi prati che si estendono fino alle cime di questa suggestiva catena montuosa. Guardando in alto vi sono poche rocce, eccezion fatta per i Corni del Diavolo che svettano minacciosi alla nostra destra, e questo inganna sulla reale quota altimetrica.

Raggiungiamo la Malga Vestone, una bella struttura per l’allevamento del bestiame situata a quota 1483m, e abbandoniamo la strada principale per seguire la bollatura che sale a destra dopo la fontana. Il sentiero diviene gradualmente più ripido e ci fornisce un assaggio di quella che sarà l’ascensione da qui in poi. La zona è esposta al sole per cui l’erba è già asciutta, ciò ci consente di camminare sempre in sicurezza e di procedere con un buon passo. Superiamo rapidamente questo tratto e raggiungiamo la Malga Muffetto dopo soltanto una ventina di minuti di cammino (il cartello indicava un’ora). Dopo aver individuato il sentiero da utilizzare per raggiungere la vetta decidiamo di concederci una decina di minuti di pausa. Il clima è piacevolissimo: la totale assenza di vento, il cielo limpido e un caldo sole sono una vera gioia per anima e corpo. La fatica della salita affrontata fino ad ora sembra improvvisamente scomparire e riprendere il cammino è un piacere.

Avendo già affrontato in discesa questo tratto ricordo molto bene la difficoltà nell’individuare la bollatura e nel procedere quindi nella giusta direzione. Cercando di prestare la massima attenzione risaliamo il crinale erboso in direzione della vetta cercando di transitare in prossimità dei rari massi presenti. Su di essi è possibile scorgere qualche traccia di vernice che indica la linea ottimale da seguire ma cambia ben poco, il sentiero è comunque in gran parte inghiottito dall’erba. La pendenza di questo tratto supera spesso il 30%, motivo per cui sconsiglierei all’escursionista di affrontarla nel caso in cui sia presente uno strato abbondante di neve. Dopo una ventina di minuti di fatica finalmente raggiungiamo la sommità e possiamo percorrere gli ultimi metri di facile sentiero (in comune con il 3V) fino a raggiungere la bella Croce di vetta.

Sono le nove del mattino e siamo a 2060m di quota, intorno a noi si apre il mondo intero. Possiamo scorgere le cime innevate del nostro amato Gruppo dell’Adamello, le confinanti Orobie, il Bernina ma anche le nostre amate montagne di casa. Il Monte Guglielmo è sempre una bella presenza, così come la mia amata Corna Blacca. Dopo una breve sosta e qualche scatto fotografico è il momento di intraprendere la discesa, vogliamo entrambi essere a casa per l’ora di pranzo e la strada è ancora lunga. Per evitare la ripida discesa e variare il percorso decidiamo di percorrere il 3V fino al Goletto di Baccinale, sella sulla quale convergono i sentieri provenienti dai Piani di Montecampione e da Bovegno. Proseguiamo quindi verso la Malga Pile sempre su sentiero bollato bianco-rosso, traccia che tuttavia non è molto evidente. Le caratteristiche del terreno consentono però di muoversi in libertà, scendendo in sicurezza lungo il prato e navigando a vista.

Dalla malga in poi la bollatura è totalmente assente. Seguiamo quindi una traccia molto stretta che prosegue pianeggiante e che taglia interamente il versante tenendo come riferimento la mulattiera che scende sul lato opposto. Abbiamo qualche lecito dubbio sulla correttezza di tale scelta ma, nella peggiore delle ipotesi, potremo facilmente ricongiungerci al percorso principale risalendo il prato. Tutto invece si risolve positivamente e, dopo aver superato un piccolo ruscello, raggiungiamo dei cartelli e ci troviamo su un tratto cementato della carrareccia che conduce alla Malga Vestone. Da qui in poi la discesa avverrà sullo stesso percorso utilizzato in precedenza, non ci rimane che accelerare il passo per coprire la distanza che ci separa da Graticelle. Visto che il tempo a disposizione è sufficiente decidiamo di raggiungere la località Ponte di Ragno, giusto per mettere qualche chilometro in più nelle gambe.

Rientriamo soddisfatti al piccolo borgo poco dopo le undici, proprio come da programma. L’escursione si è dimostrata, come prevedibile, decisamente impegnativa ma anche appagante e piacevole per le condizioni meteo favorevoli. Sicuramente questa è una bellissima zona per gli appassionati di trekking in media montagna: la quota altimetrica non comporta grossi rischi nemmeno durante la stagione autunnale e l’esposizione al sole consente di camminare su terreno asciutto. Ci sono ancora alcuni percorsi e concatenamenti che desidero completare, meteo permettendo, nelle prossime settimane per cui credo che avrò presto di apprezzare nuovamente queste terre.

Mappa del percorso

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Galleria fotografica

Raggiunto il limite superiore della vegetazione la visuale si apre, il sole sorgerà a breve regalandoci luce e calore.

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Ed ecco il momento magico dell'alba, un dono che riceviamo ogni giorno e che in montagna possiamo davvero apprezzare.

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Superata la Malga Vestone inizia il tratto più faticoso del percorso, quello che pian piano conduce in vetta.

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La sinuosa catena montuosa che conduce fino al Dasdana è ancora priva di neve e dipinta dei caldi colori autunnali.

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Prati infiniti, silenzio e solitudine. Queste terre offrono il piacere di perdersi dentro se stessi e di ascoltare la propria anima.

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